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Audio Casalino, ecco perché i Verdi hanno fatto un esposto

La bufera sul portavoce del premier Conte e leader della comunicazione a 5 stelle, Rocco Casalino, comincia il 22 settembre, quando viene diffuso il suo ormai famoso audio sulla “mega vendetta” nei confronti dei funzionari del Mef. Una “cosa ai coltelli” che si sarebbe scatenata nel caso i dirigenti avessero posto ostacoli alla realizzazione del reddito di cittadinanza. Ora che le misure economiche del movimento sono state approvate dal Cdm, anche grazie al cedimento del Ministro Tria sul deficit, potrebbero comunque esserci conseguenze penali per quelle parole: “secondo noi rappresentano una minaccia a pubblico ufficiale, per questo abbiamo presentato un esposto. E dalle notizie che abbiamo un fascicolo è stato aperto”, ha detto a Fortune Italia Francesco Alemanni, della Federazione dei Verdi.

Nell’esposto, presentato insieme ad Angelo Bonelli, gli esponenti dei Verdi chiedono alla magistratura di verificare se le minacce di Casalino prefigurino il reato di violenza o minaccia verbale a pubblico ufficiale. Un reato, previsto dall’articolo 336 del codice penale, punito “con la reclusione da sei mesi a 5 anni”. La procura di Roma il fascicolo lo ha aperto, e lo ha affidato al pm Francesco Dall’Olio, per ora senza ipotesi di reato o indagati. “Confidiamo che i tempi della magistratura siano abbastanza rapidi, considerando anche la posizione rilevante di Casalino ai fini delle decisioni che si prendono a Palazzo Chigi”, ha detto Alemanni. Reazioni dure all’audio di Casalino sono arrivate da tante forze politiche, “ma noi abbiamo anche rilevato la necessità di tutelare un patrimonio della nostra Pubblica amministrazione, ovvero quella classe dirigente che fa il proprio lavoro con efficienza”.

Alla vicenda Casalino si è aggiunto il capitolo sul “ferragosto rovinato” e sulla tragedia del ponte Morandi di Genova: “dichiarazioni del genere riguardo a un argomento così delicato, e mi viene in mente ad esempio il terremoto a L’Aquila, una volta avrebbero suscitato indignazione nel M5s, ma stavolta non ci sono state reazioni”, ha osservato Alemanni.

D’altronde “le contraddizioni del movimento sono evidenti anche nelle misure economiche appena adottate: per anni hanno predicato sulla necessità di ridurre gli sprechi, ora che sono al governo indebitano gli italiani”. Secondo Alemanni “per far tornare i conti della manovra servono fino a 13 miliardi di euro, tra nuove entrate o tagli alla spesa. Lega e M5s parlano della possibilità di un taglio lineare delle detrazioni fiscali per trovare i fondi per reddito di cittadinanza e flat tax. Parliamo di tagli sulle detrazioni per le spese sanitarie, per gli interessi del mutuo prima casa, che passerebbero dal 19 al 17%, e per le spese universitarie”.

Non ci sono, poi, secondo l’esponente dei Verdi, “misure a favore delle famiglie e delle imprese. Se si investisse nella conversione ecologica per favorire la mobilità sostenibile e l’efficienza energetica, le misure per contrastare i cambiamenti climatici e per prevenire il dissesto idrogeologico attraverso un Piano nazionale di messa in sicurezza del territorio si potrebbe rimettere in moto l’economia e rilanciare l’occupazione grazie alla Green economy”.

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