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Ue vuole tassare ‘condivisione’ news. Il no di Di Maio

E’ stata ribattezzata ‘link tax’, la tassa che penalizza la condivisione online delle notizie attraverso i social ed è una dei due articoli inclusi nella riforma del copyright proposta dall’Ue, a cui Luigi Di Maio si è fermamente opposto perché metterebbe la rete in “un grave pericolo”. I due articoli “potrebbero mettere il bavaglio alla rete così come noi oggi la conosciamo”, ha aggiunto il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico in occasione dell’Internet day organizzato alla Camera e trasmesso sul Blog a 5 stelle.

Il primo articolo “prevede un diritto per gli editori, i grandi editori di giornali, di autorizzare o bloccare l’utilizzo digitale delle loro pubblicazioni introducendo anche una nuova remunerazione per l’editore, la cosiddetta link tax – spiega – Quando noi condividiamo un articolo ed escono quelle tre o quattro righe al di sotto del link, ecco quelle tre o quattro righe verrebbero tassate”.

Il secondo articolo “è perfino più pericoloso del primo, perché impone alle società che danno accesso a grandi quantità di dati di adottare misure per controllare ex ante tutti i contenuti caricati dagli utenti. Praticamente deleghiamo a delle multinazionali, che spesso nemmeno sono europee, il potere di decidere cosa debba essere o meno pubblicato. Cosa è giusto o sbagliato. Cosa i cittadini devono sapere e cosa non devono sapere. Se non è un bavaglio questo ditemi voi cos’è un bavaglio”. Tutto questo, prosegue, “è inaccettabile. E come governo ci opporremo. Faremo tutto quello che è in nostro potere per contrastare la direttiva al Parlamento europeo e qualora dovesse passare così com’è, dovremo fare una seria riflessione a livello nazionale sulla possibilità o meno di recepirla”.

Meno radicale il presidente della Federazione Italiana Editori Giornali (Fieg) Maurizio Costa, secondo il quale sarebbe “prematuro commentare un percorso che è appena iniziato. Come sapete una volta stabilita l’architettura della riforma a livello europeo andrà applicata a livello di ogni singolo paese. Aspetterei a commentare per vedere intanto quello che succede in Europa. Il termine Link tax – ha aggiunto – poi non è il più appropriato per definire quello che sta succedendo ma non voglio andare in tecnicità complesse. Vediamo quello che succede a livello europeo. Per me comunque la soluzione da seguire è quella del dialogo e del confronto”.

Sul tema si è espresso anche il presidente EMEA Partnerships Google Carlo D’Asaro Biondo: “non ho i dettagli per ciò che ha detto Di Maio, non posso fare un commento ma mi sembra importante scendere dal livello delle emozioni a quello dei fatti e che tutte queste situazioni siano vissute caso per caso”. Entrambi i due presenti sono al convegno (IN)Formare in digitale – verso una relazione costruttiva per l’editoria, in corso a Roma.

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