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Ubi Banca, utili primo semestre a 208,9 mln

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Il primo semestre 2018 di Ubi Banca si chiude con un utile di 208,9 milioni di euro, contro i 690 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso, quando però incideva ancora il badwill legato all’acquisizione delle tre good bank. Intanto l’Ad Victor Massiah respinge le ipotesi di un consolidamento con Carige, nel caso venisse indicato da Bce o Banca d’Italia: “nell’ambito dei nostri piani uno scenario di questo genere non c’è”.

Rispetto al primo semestre 2017, che consolidava per soli tre mesi le good bank, si è registrata una crescita del 70,9% per quanto riguarda l’utile ricorrente (al netto delle poste non ricorrenti): 221,1 milioni. L’indicatore patrimoniale CET1 fully loaded scende all’11,42%, dall’11,64% dello scorso marzo, risentendo, secondo la banca dell’impatto dell’allargamento degli spread sulla riserva di valutazione dei titoli in portafoglio. Confrontando solo il secondo trimestre, invece, la banca è scesa dai 117,7 milioni dello scorso anno ai 91,2 milioni attuali. Nella conference call di presentazione della banca, l’Ad Massiah ha risposto alle domande sul consolidamento con banca Carige, assente dai piani di Ubi: “In qualsiasi modo rispondessi mi farei male, posso solo dire che nell’ambito dei nostri piani uno scenario di questo genere non c’è. Non abbiamo in vendita la nostra piattaforma del credito, anche perché abbiamo tassi di recupero molto elevati”.

L’acquisizione delle tre good bank è stata inclusa nei risultati consolidati a partire dal primo aprile 2017. A causa della differenza di perimetro, Ubi ha ritenuto più significativo il raffronto tra primo e secondo trimestre di quest’anno, tra l’altro in vigenza del principio contabile Ifrs9. I proventi operativi dei secondi tre mesi sono scesi a 911,4 milioni di euro rispetto ai 925,1 milioni del primo trimestre. Nel semestre i ricavi sono stati pari a 1,83 miliardi. I crediti deteriorati lordi sono scesi di 405 milioni rispetto a inizio anno e si attestano al 12,41% del portafoglio crediti e all’11% considerando la prossima cessione di un portafoglio di npl attraverso il ricorso alla Gacs. Il costo del credito è di 57 punti base. L’amministratore delegato di Ubi ha specificato l’obiettivo “nell’anno 2019 – e forse anche in anticipo sulla fine del 2019 – di ridurre a cifra unica il rapporto tra crediti non performanti e impieghi totali. È ambizioso ma più che raggiungibile, che ci posiziona tra le migliori banche italiane in termini di questo rapporto e dà garanzie al mercato della solidità e della tranquillità della gestione del credito non performante”.

Il piano industriale, ha sottolineato Ubi, “procede in linea e spesso in anticipo rispetto alle attese”. La banca ha confermato “una gestione prudente del portafoglio di titoli governativi italiani, orientata alla riduzione dell’esposizione” e nell’ambito “dell’attento governo dei costi” verificherà nel terzo trimestre se ci sono le condizioni “per la firma di un nuovo accordo sindacale volto a consentire ulteriori uscite in linea con le previsioni di Piano Industriale”. Secondo le previsioni per l’esercizio di Ubi Banca, “la graduale crescita del margine di interesse è attesa proseguire anche nel secondo semestre 2018” mentre ci si attente “una sostanziale tenuta delle commissioni nette” e “di mantenere il trend di riduzione del costo del credito rispetto al 2017”.

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