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Tria: stime pil prudenti, manovra coraggiosa

La crescita economica prevista nella Nota al Def è una stima “prudenziale”, calcolata dal ministero dell’Economia tenendo conto di giornate caratterizzate da spread alle stelle. Un cambio di approccio necessario, quello della ‘manovra del cambiamento’, una manovra “coraggiosa” finalizzata a ripristinare un rapporto debito/Pil che non è migliorato negli ultimi anni, e che necessita di una politica immediata, non graduale, perché la strategia ‘passo dopo passo’ non ha funzionato. E il reddito di cittadinanza sarebbe fondamentale a evitare sentimenti anti-Ue. A chiarire la ratio di una manovra che non ha raccolto il favore dell’Europa è il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, in audizione alle Commissioni Bilancio.

Le stime del Pil sono state elaborate in base a livelli di rendimenti dei titoli di Stato calcolati anche guardando a giornate “di forte tensione” sullo spread e quindi basate su ipotesi “caute se non pessimistiche”, afferma sottolineando che le stime “possono essere ampiamente oltrepassate”.

L’Italia si trova in una situazione di “ritardo nella crescita dell’economia e dell’occupazione, un ritardo non più accettabile a dieci anni dalla crisi”, afferma Tria ricordando che il Pil è ancora 4 punti inferiore rispetto al 2008. E se il rapporto debito/Pil è rimasto sostanzialmente stabile negli ultimi anni sopra il 130%, la riduzione di 0,6 punti tra 2014 e 2017 sarebbe ascrivibile “unicamente alla revisione Istat dei conti nazionali – afferma – E’ del tutto evidente che la strategia attuata finora non è risultata efficace nonostante costi finanziari e sociali elevati”.

I divari territoriali “si sono ampliati” e “le persone in povertà” e in stato di deprivazione materiale e a scarsa intensità di lavoro sono 17,4 milioni secondo i dati 2017, con una distanza di 4,5 milioni rispetto agli obiettivi di Europa 2020. “Occorre spostare l’obiettivo da numeratore a denominatore”, cioè sulla crescita, perché “la politica di stimoli graduali non è stata sufficiente a rilanciare l’economia e ridurre il debito. Per questo il governo, sentita la Commissione europea, ha inteso ridefinire l’obiettivo di medio termine”. Ora si punta, dunque, a “ridurre sensibilmente, entro i primi due anni di legislatura, il divario di crescita con l’Eurozona e conseguire una prima diminuzione significativa del rapporto debito pil nell’arco del prossimo triennio”, afferma Tria.

E a chi pensa che alcuni provvedimenti inseriti nella manovra – come il reddito di cittadinanza – non siano strategici e non siano propedeutici all’obiettivo di crescita del Paese, Tria risponde che è “condizione necessaria intervenire con decisione per evitare sentimenti contrari al libero commercio e l’insorgere di sentimenti contrari all’Europa. Non si sta sui mercati globali senza reti per i perdenti e senza capacità di governare” la transizione, conclude Tria, dichiarando di concordare con il presidente della Camera Roberto Fico sulla necessità di abbassare i toni con l’Ue.

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