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Tria: costo del non deficit non ce lo possiamo permettere

L’incertezza si combatte “crescendo come sistema economico e sociale”. E il Governo, a partire dalla manovra, è impegnato “per ridurre e colmare il gap di crescita con il resto d’Europa”. Questo, senza mai pensare a uscire dall’Euro. Su questo fronte, “il dibattito va riportato sui fatti”. Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, alla Giornata Mondiale del Risparmio, cerca di rispondere ai dubbi e alle richieste di chiarimenti arrivati da chi li ha preceduti sul palco: Visco, Patuelli e Guzzetti. Il ministro pone, in particolare, una domanda: quale sarebbe il costo di un non deficit, di un non investimento? Nella risposta c’è l’approccio che il governo sta in queste settimane tenendo fermo: “Il costo del non deficit non ce lo possiamo permettere economicamente e socialmente”.

Il deficit, dice, “è sostenibile e responsabile” e la manovra che è stata costruita “consente di affrontare i prossimi anni con la certezza che ridurremo il rapporto debito/pil”. Tria, quindi, chiude con il rapporto con la Ue. “Con questa convinzione, il dialogo con la Commissione Ue deve continuare”, perché “l’Italia che cresce fa bene anche all’Europa”.

Durante il suo successivo question time alla Camera, Tria ha parlato dell’impatto dello Spread sulle banche: “osservo come il nostro sistema bancario stia progressivamente acquistando solidità come dimostra la continua e decisa riduzione delle sofferenze. Non si ravvisano ipotesi di intervento nel settore, nondimeno il monitoraggio dei profili di rischio è continuo e scrupoloso”. Qualsiasi eventuale intervento, per Tria, “verrà implementato in conformità alla normativa vigente”, e “gli interventi proposti nella futura legge di bilancio non impattano sul conto economico degli istituti di credito”.

Sempre durante il question time, il Ministro ha risposto anche sulla questione Tav, e sulla famosa analisi costi-benefici, che “è in corso, pertanto in relazione al rischio di perdita dei finanziamenti europei per la stessa o agli impatti macroeconomici dell’intervento è prematuro approntare qualsiasi quantificazione i cui elementi sono oggetto stesso dell’analisi costi-benefici in corso”. A quanto risulta, ha detto Tria, “la sospensione della pubblicazione delle gare in attesa che venga completata l’analisi costi-benefici dell’opera è avvenuta sulla base di uno scambio di lettere tra i ministeri competenti di Italia e Francia. Al momento, il ministero dell’Economia e delle finanze non dispone di elementi informativi in merito alla data di chiusura dell’analisi costi-benefici in corso”. La risposta di Tria ha provocato la protesta dei deputati di Forza Italia, che avevano presentato l’interrogazione: alcuni di essi si sono alzati sventolando cartelli con la scritta ‘Sì Tav: Ladri di lavoro’ e sono stati richiamati dal presidente della seduta, Fabio Rampelli.

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