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Tim, Genish rassicura dopo svalutazione ma cede in Borsa

(di Sara Bonifazio) – Il colpo di fulmine tra il mercato e l’ad di Tim Amos Genish si è spento. I numeri del terzo trimestre sono quelli delle attese e nemmeno la svalutazione che ha portato in rosso i conti prende di sorpresa gli analisti ma nonostante il manager abbia assicurato che l’impairment test “non è di natura cash e non va a modificare le priorità strategiche del piano a cui pensiamo di rimanere fedeli” il titolo affonda (-4,8% a 0,52 euro). “E’ stato un trimestre turbolento, con la decisione della vigilanza del cambio fatturazione e con l’entrata di Iliad nel mercato mobile ma Tim è riuscita a garantire una performance operativa resiliente”, dice Genish ponendo l’accento sui ricavi da servizi, stabili sia a livello di gruppo che domestico, e su una continua crescita in Brasile.

L’impairment test “è stato fatto in seguito all’applicazione dei nuovi principi contabili” chiarisce e ricorda che il precedente era del 2013. Ma è anche una risposta al deterioramento delle dinamiche di mercato. Gli analisti ipotizzano che possa essere funzionale ad oliare la discussione con Open Fiber in vista di una possibile fusione delle due reti. “Siamo aperti alla collaborazione con Open Fiber nello sviluppo FTTH, è qualcosa di positivo per l’Italia in generale che potrà soddisfare l’agenda digitale del Governo. Se e quando accadrà è uno sviluppo positivo a cui diamo il benvenuto” risponde Genish. Tim non c’entrerà l’obiettivo di riduzione del rapporto debito/ebitda, che più probabilmente resterà sui livelli del 2017 ma una revisione degli obiettivi, eventualmente in arrivo con il nuovo piano, prevederà comunque una netta crescita del Free cash flow e la riduzione del debito. Non basta e nemmeno l’ottimismo sulle opportunità del 5G. Gli analisti temono che non ci sarà dividendo nemmeno per le risparmio quest’anno. E’ una decisione che spetta al cda, ricorda il direttore finanziario Piergiorgio Peluso, anche se in passato – ricorda il manager – “in situazioni uguali abbiamo pagato il dividendo”.

Sul progetto di separazione della rete invece, nonostante i rumors, non ci sono novità, non si è fermato ma ha rallentato. “L’interesse pubblico nella separazione legale si è ridotto – spiega l’ad di Tim Amos Genish rispondendo agli analisti – e il progetto ha rallentato rispetto a quanto previsto inizialmente ma continuiamo a discutere con Agcom quali modifiche fare per renderlo interessante per tutte le parti”. L’ambiente normativo è per le tlc in Italia, ha sottolineato Genish “è ‘sfidante’, chi si occupa normativa si deve rendere conto che in Italia le sfide per le tlc sono significative, il settore è estremamente normato, ci piacerebbe vedere una struttura più aperta e pro-business. E’ quello che stiamo cercando di ottenere, stiamo dialogando positivamente con i normatori e speriamo che la nuova analisi di mercato che arriverà a dicembre mostri qualche tendenza positiva per il nostro settore in generale”.

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