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Stretta su asilo e Sprar, sì “unanime” del Cdm a Salvini

Quarantadue articoli, 16 dei quali dedicati a immigrazione, protezione internazionale e cittadinanza. Il ‘Dl Salvini’, come annunciato dallo stesso Ministro dell’interno (“un passo avanti” verso la sicurezza, ha twittato), è stato approvato “all’unanimità” dal Consiglio dei ministri. “In un quadro di assoluta garanzia dei diritti delle persone e dei Trattati, andiamo a operare una revisione per una disciplina più efficace”, ha detto il Premier Giuseppe Conte, aggiungendo che “ci sono norme contro la mafia e il terrorismo”, anche se nella conferenza stampa successiva al Cdm non sono state illustrate.

Tra i punti principali del decreto c’è la revisione dello Sprar, (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, ndr) che sarà riservato esclusivamente ai “rifugiati e ai minori non accompagnati”, che secondo Salvini sono “le fattispecie che meritano di essere accolte”. I richiedenti asilo troveranno invece accoglienza solo nei centri ad essi dedicati (i Cara). Inoltre “per i richiedenti asilo lo stop alla domanda si avrà in caso di pericolosità sociale o condanna in primo grado. Questa è stata una delle mediazioni aggiunti e suggerite”, ha aggiunto il Ministro dell’interno, specificando anche che “i 35 euro a migrante stanziati per l’accoglienza verranno rivisti in base alla media europea con un netto taglio alle spese che porterà un risparmio medio annuo di un miliardo e mezzo di euro”. Salvini ha anche ricordato uno dei suoi obiettivi principali: “chiudere tutti i campi rom entro la fine della legislatura”.

“Continueremo ad assicurare il sistema di protezione, evitiamo solo gli abusi” , ha detto Conte. “In Italia c’è stata accoglienza indiscriminata e la normativa ha assecondato tutto questo”. Rispetto all’ordinaria formulazione “abbiamo unificato in un’unica struttura normativa, più funzionale anche in ragione della complementarietà delle materie, i testi su migranti e sicurezza. L’obiettivo è riorganizzare l’intero sistema di riconoscimento della protezione internazionale per adeguarla agli standard europei. Ci siamo accorti che c’erano disallineamenti significativi rispetto ad altri Paesi europei”. Quando c’è un decreto, secondo Conte, “cortesia istituzionale prevede che si anticipi i contenuti e un testo. Cosa che è stato fatto anche in questo caso. C’è stata una interlocuzione. Non dico che Mattarella abbia approvato eccetera, non sarebbe rispettoso del galateo istituzionale. Il Presidente avrà tutto l’agio di fare eventuali rilievi”.

Tra le misure previste dal decreto, l’abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, sostituito da ‘permessi speciali’. Sei le fattispecie previste: vittime di grave sfruttamento, motivi di salute, violenza domestica, calamità nel paese d’origine, cure mediche, atti di particolare valore civile. La protezione internazionale, inoltre, potrà essere negata o revocata in casi di violenza sessuale, lesioni gravi rapina, violenza a pubblico ufficiale, mutilazioni sessuali, furto aggravato e traffico di droga. E’ prevista inoltre la sospensione della domanda d’asilo in caso di pericolosità sociale o condanna in primo grado.

La durata massima di permanenza nei Centri per il rimpatrio passa, inoltre, da 3 a sei mesi. Una misura che faciliterebbe l’espulsione degli irregolari. Il decreto prevede anche il “completamento, adeguamento e ristrutturazione” dei centri già presenti sul territorio e la “costruzione” di altri. Salvini ha detto più volte che la sua idea è di realizzarne uno in ogni regione. Nel caso di sovraffollamento dei Cpr i migranti in attesa di identificazione possono essere trattenuti anche in “strutture diverse e idonee nella disponibilità dell’autorità di Pubblica Sicurezza”. Per potenziare le attività di rimpatrio, il decreto stanzia 500mila euro per il 2018 e 1,5 milioni per il 2019 e 2020. Prevista inoltre la revoca della cittadinanza italiana a carico dei condannati per reati di terrorismo.

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