Carlotta Demofonti, nata nel 1990, ha scelto il momento giusto per dedicarsi all’energia nucleare. Dal 3 giugno guida l’ufficio di Relazioni istituzionali Italia e Europa della startup che vuole contribuire a una nuova era dell’atomo in Europa. È la newcleo di Stefano Buono, che lavora ai suoi piccoli reattori nucleari raffreddati al piombo di quarta generazione mentre raccoglie fondi (pubblici e privati) e convince governi: la Francia, prima di tutto, ma sempre di più anche l’Italia. Intanto, è stata lanciata la European industrial alliance on small modular reactors (SMRs) che comprende diversi Paesi membri. Sarà uno dei primi dossier su cui si concentrerà il percorso di newcleo a Bruxelles. Carlotta arriva a newcleo da Snam, dove “c’è stato un grande salto nella trasformazione tecnologica verso le energie verdi, con un’infrastruttura ‘multimolecola’, nata per il trasporto del metano ma che oggi guarda al futuro dei gas verdi, come l’idrogeno”. Nel ‘nuovo’ nucleare Carlotta rivede molto del percorso di advocacy fatto sull’idrogeno: dalla teoria ai primi test sull’infrastruttura. Cambia invece decisamente il tipo di azienda: non una partecipata dello Stato, ma una startup che “con cuore e mente italiani segue dinamiche di mercato e si nutre di capitali pubblici e privati, con un business model in perfezionamento costante e dove ogni giorno è un avventura”. Ora per la manager sarà “sfidante” raccontare alle istituzioni “un progetto nuovo, dinamico, a emissioni zero e che chiude il ciclo delle scorie. Insomma, andare contro il tabù atomico”, anche tra la società civile. In Italia “il Governo sta gettando le basi di una Strategia nazionale per il nucleare sostenibile, a dimostrazione del rinnovato interesse del Paese verso queste tematiche”. Tra le esperienze di Carlotta c’è anche quella, giovanissima, a Palazzo Chigi come esperto energia e clima della presidenza italiana del G7: “Mi ha fatto capire la delicatezza dei processi di policy negoziale e l’importanza di avere un temperamento camaleontico, una qualità molto importante per un lobbista. Quando ti dicono ‘the sky is the limit’ il lavoro è più divertente, ma allo stesso tempo sfidante: bisogna anche sapersi dare dei limiti”.
