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Porto di Palermo nel mirino investitori turchi

La Turchia guarda con interesse al porto di Palermo, in particolare per il progetto di sviluppo del terminal crociere ma anche per le aree dedicate alle navi ro-ro (per rotabili). Si sono intensificati i rumors in merito al sempre maggior interesse turco, della Global ports holdings di Istanbul, per lo scalo siciliano.

Un interesse peraltro non sorprendente, visto che la Gph controlla già diverse società di gestione di terminal crociere in Italia. Detiene, infatti, il 70% della Cagliari cruise port, il 62% della Catania cruise terminal e il 51% della Ravenna terminal passeggeri. Ma il colosso turco è anche nel consorzio che controlla il 53% della Venezia terminal passeggeri (Vtp). La quale, a sua volta, vanta una partecipazione nella Brindisi cruise port.

Mentre società turche operano sulle banchine italiane anche nel settore ro-ro e container. A Trieste sul Molo V (la Samer Seaports, partecipata al 40% dal gruppo Samer e al 60% dalla turca Un Ro-ro Istanbul) e sul Molo VI (Emt è per il 65% dell’operatore turco Ekol, per il 18,3% della storica famiglia di spedizionieri Parisi); e il gruppo turco Arkas è socio del Terminal del golfo di La Spezia.

Ad attirare l’attenzione della Gph su Palermo sarebbe stato il progetto di sviluppo dei terminal per le crociere e per le navi ro-ro messo a punto dall’Autorità di sistema portuale del Mar di Sicilia occidentale, guidata da Pasqualino Monti. A gennaio, l’Adsp siciliana ha bandito un concorso internazionale di idee per la progettazione dei nuovi terminal crociere, passeggeri e ro-ro a Palermo. Il vincitore del concorso riceverà un premio da 77mila euro e l’Adsp si riserva la facoltà di affidargli le successive fasi di progettazione, per un importo di 3,27 milioni. Il costo complessivo delle opere ammonta a circa 70 milioni.

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