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Pecorino: patto fra produttori, consorzi e banche

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Pecorino: patto per il settore ovicaprino sardo tra produttori, trasformatori, Consorzi di tutela, confidi e sistema bancario. La regia e’ della Regione Sardegna: l’obiettivo e’ quello di sfruttare al meglio segnali di ripresa e credito innovativo (pegno rotativo sulle scorte e i “Pecorino bond”). E’ quanto emerso a Macomer (Nuoro) al convegno “La programmazione finanziaria annuale del comparto lattiero caseario ovicaprino, una panoramica”, da Fidicoop Sardegna e dalle associazioni di rappresentanza della produzione (Legacoop e Confindustria Sardegna) in collaborazione con il Consorzio di tutela del Pecorino Romano.

“In agricoltura e’ necessario il rafforzamento della struttura produttiva, legandola a incentivi regionali. E il lavoro fatto con i confidi va in questa direzione”, ha detto Raffaele Paci, assessore regionale della Programmazione. “Stiamo parlando di rafforzamento, di avere manager preparati e innovazione tecnologica”. Anche per gli exploit del Pecorino romano con un valore di 7,7 euro al chilo registrato a febbraio. E ancora: incremento delle vendite in Italia nella stagione casearia 2016/17 con un +12,6% e un mercato Usa, quello di maggior peso, in crescita del 30% sempre nel 2017. Sono alcuni dei numeri illustrati dal presidente del Consorzio di tutela, Salvatore Palitta.

Il valore alla produzione del 2016 e’ stato di 250 milioni e quello generato nel commercio del formaggio e’ stato di 484 milioni di euro. In base al rilevamento del Consorzio, il Pecorino romano e’ il formaggio di pecora piu’ esportato nei Paesi dell’Unione europea con il 52%, poi ci sono Roquefort con il 28% e Queso Manchego con il 20%. Il sistema produttivo del ‘Romano’ nell’annata casearia 2016/2017 ha visto 11.236 allevamenti impegnati in italia di cui 10.939 solo in Sardegna per 41 produttori di cui 37 nell’Isola e 4 nel Lazio. Le cooperative sarde contano 21 soci mentre le aziende private nell’Isola 13 soci e 3 non soci (nel Lazio sono 4 non soci). Le cooperative producono Romano per il 60,3% mentre il restante 39,7% e’ prodotto dall’industria privata. La produzione di Pecorino romano italiana e’ fatta per il 95,15% nella Sardegna e il 4,85% nel Lazio.

Stabilita’ del sistema con una minore variazione dei livelli di produzioni e prezzi, una struttura produttiva piu’ competitiva e meno frazionata e maggiore spinta su nuovi mercati. Sono alcuni degli obiettivi che il sistema ovicaprino sardo dovrebbe raggiungere per uscire dalla crisi e per essere competitivi, individuati da Pierluigi Pinna, in rappresentanza di Confindustria Sardegna. Per Pinna “e’ importante entrare nei nuovi mercati, oltre quello italiano e Usa ce ne sono tanti altri e si deve spingere sull’internazionalizzazione guardando a mercati in espansione”.

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