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Salvini: nessun piano B. Conte: Ue non apra procedure infrazione

Un faccia a faccia Conte – Juncker per chiarire che l’Ue non può sanzionare l’Italia. E’ quello che intende chieder il premier Giuseppe Conte: “Con il presidente della commissione Ue Jean Claude Juncker parlerò perché non si avvii una procedura d’infrazione non per modulare” la sua applicazione, afferma il premier spiegando che, “a inizio settimana” sentirà Juncker. Dunque “nessuna correzione” sulla manovra all’orizzonte, ma solo se necessario “qualche ulteriore intervento per tutelare gli interessi dell’Italia”, spiega il premier. Il governo non si smuove: “I numeri che mettiamo in manovra saranno raggiunti e non mi pongo il piano b”, afferma il vicepremier Matteo Salvini. “Noi andiamo avanti perché l’alternativa è massacrare ancora di più” gli italiani, “L’alternativa non può essere questa”, afferma il vicepremier Luigi Di Maio. “Quando Austria e Olanda ci chiedono di rispettare tutte tutte le regole, chiedono una manovra lacrime e sangue che è esattamente l’opposto di quanto ci hanno chiesto gli italiani il 4 marzo”, aggiuge.

D’altra parte, il rallentamento della crescita economica non è un problema solo italiano, ma di tutta l’Europa. Una difficoltà che l’Ue non vuole riconoscere, e non sa come contrastare. Ne è convinto il ministro dell’economia e delle finanze Giovanni Tria che invita l’Unione a una maggiore collaborazione: “Il problema della crescita è europeo, andrebbe affrontato insieme e non in modo separato e conflittuale. L’Europa non ci sembra consapevole della situazione e sembra incapace di adottare politiche di contrasto al rallentamento economico“, afferma intervenendo alla presentazione del rapporto annuale della Fondazione Nord Est, a Padova.

“L’attuale fase di rallentamento economico va inquadrata in un rallentamento generalizzato di lungo periodo nell’Eurozona – afferma -I dati della Germania non sono incoraggianti e i riflessi sull’economia italiana preoccupano”, ha aggiunto. “Le previsioni della commissione Europea – ha ricordato – indicano un rallentamento dell’economia italiana” ma anche “che si restringe il nostro gap di crescita con altri Paese europei”.

Sulla manovra italiana, invece, “nella lettera all’Ue abbiamo ribadito la nostra posizione in merito alla strategia che intendiamo seguire: proseguire il dialogo con la Commissione ma lavorare concretamente per rendere efficaci le misure disegnate, per supportare la nostra strategia”. Parte integrante di questa strategia è il rilancio delle opere diffuse sul territorio per stimolare la competitività: “non bisogna investire in cattedrali nel deserto. Bisogna dotare tutti i territori italiani di una base su cui costruire la competitività”. Si intende anche puntare sulle “dismissioni immobiliari e di aziende non decisive per il paese – afferma Salvini – Non venderò mai pezzi di Eni o di gioielli di famiglia – ha spiegato – ma ci sono partecipazioni azionarie delle quali lo Stato potrebbe fare a meno”.

Nell’Unione Europea, “il quadro fiscale è troppo lasco nei momenti di crescita e troppo rigido negli altri, le politiche espansive si possono adottare solo quando è troppo tardi. Alcuni indicatori che determinano le regole attuali soffrono di un alto livello di incertezza e imprevedibilità – ha poi aggiunto – come l’indebitamento netto strutturale, che incide sulla percezione dello stato di salute di un’economia”, anche se “è difficile da considerare affidabile”.

Ora, per Tria, serve più dialogo: “l’Europa siamo noi e lo sarà anche di più se dialoghiamo con convinzione per definire la strategia per governare le transizioni, sulle quali la nostra manovra offre una risposta diversa dal passato, ma non meno solida e meno credibile”, afferma.

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