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Tria: solo una manovra suicida eviterebbe infrazione Ue

La manovra economica del governo gialoverde non cambia. il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, lo ha detto chiario e tondo al presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno. “Per evitare questa procedura sul debito noi dovremmo fare una manovra di restrizione fiscale violentissima, andare a un deficit dello 0,8%, che per una economia in forte rallentamento sarebbe un suicidio, non credo che la Commissione si aspetti una reazione di questo tipo anche se formalmente rispettosa delle regole di bilancio”.

Dal canto suo Centeno, arrivato a Roma in cerca di un ‘ravvedimento del governo italiano, ha dovuto incassare ma ha precisato: “Non ho dubbi sull’impegno dell’Italia per l’euro e la crescita sostenibile’, ma ‘è essenziale che la legge di Bilancio dimostri questi impegni”.

In mattinata lo stesso Tria aveva risposto che servirebbe manovra più espansiva “tuttavia la volontà di portare avanti una Legge di Bilancio che non risponde esattamente a questo requisito è riconducibile a una scelta del governo, che è quella di “trovare un corretto bilanciamento tra la stabilità finanziaria e sociale, entrambe necessarie”, afferma Tria nel corso dell’audizione in Parlamento sulla manovra. “Ci rendiamo conto che i problemi rilevati richiederebbero una manovra espansiva più incisiva ma è stato necessario” trovare questo bilanciamento, aggiunge.

La manovra 2019 è stata pensata “per uscire dalla trappola della bassa crescita – afferma – Le nostre preoccupazioni su un rallentamento sono confermate” e questo rende ancora “più necessario confermare l’effetto anticiclico della manovra“. Le misure contenute nella legge di bilancio, ha proseguito, “aiuteranno il Paese a crescere per assicurare un maggior benessere ai nostri concittadini”.

Il rilancio degli investimenti, le misure di contrasto alla povertà e le politiche attive del lavoro, ha proseguito il ministro, “avranno un impatto positivo soprattutto nelle aree del Mezzogiorno” dove più forte si avverte la differenza con il resto d’Italia, “in modo da raggiungere l’obiettivo fondamentale di colmare il gap con l’Europa che si deve in gran parte proprio al divario territoriale” interno al nostro Paese.

E le norme sulle pensioni sarebbero strategiche perché “è necessario accelerare il turn over con la staffetta generazionale che permetterà di affrontare le nuove sfide e ridurre la disoccupazione giovanile – afferma – Il terzo pilastro della manovra riguarda infatti quota 100, destinata a favorire il turnover che consentirà alle persone di uscire dal mercato in anticipo”.

Porta chiusa da Bankitalia. “Una politica di bilancio espansiva, pur utile in fasi cicliche avverse, non garantisce la crescita nel medio termine e può metterla in pericolo a lungo andare”. Lo ha sottolineato il vicedirettore generale di Bankitalia, Luigi Federico Signorini, in audizione sulla manovra davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato. L’aumento dei tassi di interessi sul debito, ha aggiunto Signorini, “è già costato al contribuente quasi 1,5 miliardi di interessi in più negli ultimi sei mesi, rispetto a quanto sarebbe maturato con i tassi che i mercati si aspettavano ad aprile; costerebbe oltre 5 miliardi nel 2019 e circa 9 nel 2020, se i tassi dovessero restare coerenti con le attuali aspettative dei mercati”.

Netta la bocciatura anche su misure come il condono fiscale che “potrebbero determinare disincentivi all’adempimento regolare degli obblighi tributari”, ha osservato Signorini sottolineando che “andrebbero quindi considerate con molta attenzione”

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