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Manovra mercoledì in Parlamento. 525 mln a truffati banche

Arriva un fondo da 525 milioni l’anno per il 2019-2021, che assorbe il fondo della scorsa manovra, per il ristoro degli azionisti di banche poste in liquidazione coatta amministrativa (come le due venete) o in risoluzione (come le 4 banche) che abbiano subito “danno ingiusto”. E’ una delle misure previste dall’ultima bozza della legge di Bilancio. La manovra, secondo fonti di Palazzo Chigi, è al vaglio di Ragioneria e Mef e arriverà in Parlamento mercoledì. Il ristoro sarà del 30% nel limite comunque di 100mila euro. I dividendi andranno dedotti. Potrà accedere anche chi abbia aderito a transazione. Corsia ‘preferenziale’ per chi ha Isee sotto i 35mila eur0.

Verranno introdotti con “appositi provvedimenti normativi” il reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni con quota 100. Lo conferma la nuova bozza di legge di bilancio, datata 29 ottobre. Resta invariato l’articolo che dispone l’istituzione di due fondi da 9 miliardi per il reddito e di 6,7 miliardi (7 miliardi dal 2020) per le pensioni. Nella nuova bozza si precisa che “nell’ambito del Fondo per il reddito di cittadinanza, fino a 1 miliardo nel 2019 e 2020” va ai centri per l’impiego, “fino a 10 milioni” all’Anpal.

La nuova bozza della legge di bilancio approvata dal governo il 15 ottobre sale a 115 articoli. L’ultima bozza ne conteneva 73. Per il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione posti a carico del bilancio statale il Governo stanzia nel complesso 4,2 miliardi per il prossimo triennio, si legge sempre nella bozza. Per i miglioramenti economici del personale statale in regime di diritto pubblico sono stanziati 1,1 miliardi per il 2019, 1,425 nel 2020 e 1,775 miliardi nel 2020. Le risorse aumentano rispetto alla bozza precedente.

Si allenta inoltre la stretta sulle società partecipate. Secondo quanto si legge in una bozza della manovra, le amministrazioni pubbliche non dovranno “procedere all’alienazione” delle società che pur entrate nella ‘black list’ di quelle da dismettere abbiano “prodotto un risultato medio in utile nel triennio” precedente la ricognizione che ha creato le liste.

Arriva, inoltre, un’imposta al 15% per gli insegnanti su quanto percepito da lezioni private e ripetizioni. Dal primo gennaio 2019 “i titolari di cattedre nelle scuole di ogni ordine e grado”, potranno chiedere l’applicazione di “una imposta sostitutiva dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali pari al 15%, salva opzione per l’applicazione dell’imposta sul reddito nei modi ordinari”. I dipendenti pubblici “che svolgono l’attività di insegnamento a titolo privato”, ferme restando le norme su incompatibilità, il cumulo di impieghi e incarichi di cui all’articolo 53 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, “comunicano alla propria amministrazione di appartenenza l’esercizio di attività extra professionale didattica ai fini della verifica di eventuali incompatibilità”. L’imposta “è versata entro il termine stabilito per il versamento dell’imposta sul reddito delle persone fisiche. Per la liquidazione, l’accertamento, la riscossione, i rimborsi, le sanzioni, gli interessi ed il contenzioso ad essa relativi si applicano le disposizioni previste per le imposte sui redditi”, prosegue la norma. “Con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabilite le modalità per l’esercizio dell’opzione di cui al comma 1 nonché del versamento dell’acconto e del saldo dell’imposta sostitutiva”.

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