E’ una domenica tutta politica. A Roma la kermesse grillina con l’Italia a 5 Stelle, a Firenze la Leopolda renziana. Slogan e promesse, da due palchi che parlano come il governo e l’opposizione. In mezzo, c’è un Paese che meriterebbe risposte serie, progetti politici in grado di indicare una strada per tirarsi fuori da una crisi che tenta ancora di risucchiarlo. Non arrivano, oggi, ne’ da Roma ne’ da Firenze.
Al Circo Massimo, va in scena la ‘summa’ della retorica del cambiamento, con indicazioni che oscillano dalla confortante assicurazione di Luigi Di Maio, “Non usciremo mai dall’Europa”, alla più inquietante suggestione del vecchio capo politico Beppe Grillo, “Dobbiamo togliere poteri al Capo dello Stato: serve una riforma”. Passando per un Premier, Giuseppe Conte, che si preoccupa soprattutto di ringraziare chi lo ha scelto, chiedendo il sostegno della piazza al grido, ormai collaudato, di “onestà, onestà, onestà”. Anche se poi ci sono il condono, i conti a rischio, i mercati che bruciano i risparmi degli italiani.
In casa Leopolda, questi sono ovviamente temi caldi. L’ex premier Matteo Renzi si accende quando parla dei mercati che “balleranno quando arriverà il parere della Commissione europea sulla manovra e chi ne pagherà le conseguenze saranno quelli che devono prendere un mutuo o un fido”. Arriva anche l’appello diretto, ben scandito, al Governo, che definisce un “governo di cialtroni”: “Fermatevi per l’amor di Dio finché siete in tempo, state sfasciando i conti e non state mantendendo le promesse elettorali”. Anche se poi ci sono tutti gli errori accumulati negli anni della sua esperienza di governo e l’incapacità di mettere in campo, oggi, un’alternativa credibile.
Ad ascoltare il vociare che arriva da Roma e Firenze, a debita distanza, l’uomo che continua ad accumulare consenso, il leader della Lega Matteo Salvini, che può serenamente progettare la vittoria ‘definitiva’, alle prossime Europee. Di fronte a una domenica di poca politica e troppi slogan.
