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Istat: inflazione sale all’1,5%, spinta da luce e gas

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Le tariffe di luce e gas spingono l’inflazione, che a luglio accelera all’1,5% dall’1,3% del mese precedente, toccando il livello più alto dall’aprile del 2017. Questo il quadro fornito da Istat, che ha confermato le stime preliminari. Secondo i dati l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) è aumentato dello 0,3% rispetto al mese precedente e dell’1,5% su base annua, al lordo dei tabacchi. Il rialzo si deve principalmente alle tariffe di luce (+1,9% in termini tendenziali) e gas (+8,5% su base annua), secondo gli aggiornamenti decisi a fine giugno.

A contribuire all’aumento dell’inflazione anche l’inizio posticipato dei saldi estivi (nel 2017 erano partiti il primo luglio, mentre nel 2018 il 7 luglio) che ha comportato un calo congiunturale dei prezzi di abbigliamento e calzature a luglio di quest’anno meno ampio (-19,1%) rispetto a luglio dello scorso anno (-21,7%). Le spinte inflazionistiche sono solo parzialmente bilanciate dal rallentamento della crescita dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +2,9% a +1,7%).

L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici subiscono una lieve decelerazione rispetto al mese precedente, rispettivamente da +0,8% a +0,7% e da +1% a +0,9%. L’inflazione acquisita per il 2018 è +1,2% per l’indice generale e +0,8% per la componente di fondo. L’aumento congiunturale dell’indice generale dei prezzi al consumo si deve per lo più ai rialzi dei prezzi dei beni energetici regolamentati (+6,1%) e, in misura minore, dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,8%), solo in parte bilanciati dal calo dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (-1,8%).

L’Istat segnala poi “tensioni sui prezzi dei prodotti di largo consumo”, con aumenti per il cosiddetto carrello della spesa – i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, del 2,2% (come a giugno). Anche i prezzi dei beni ad alta frequenza d’acquisto crescono su base annua più dell’indice generale (da +2,7% di giugno a +2,8% a luglio). In particolare i prezzi dei vini rincarano del 6,7% su base annua (da +5,7% di giugno) e quelli della pasta del 4,3%. Aumenti dei prezzi tendenziali superiori alla media riguardano anche la frutta fresca (+8,5%) e i vegetali freschi diversi dalle patate (+5%).

La causa degli aumenti è il clima, secondo Coldiretti: quest’anno dagli alberi è sparito un frutto su quattro. Il crollo della produzione – ha spiegato la Coldiretti – ha effetti sugli acquisti, con il rischio di speculazioni nel passaggio dei prodotti dal campo alla tavola, a danno dei consumatori e dei produttori. Secondo la Coldiretti “L’andamento anomalo di quest’anno, con fino ad oltre mezzo miliardo di danni in agricoltura, conferma purtroppo i cambiamenti climatici in atto, che si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal caldo al maltempo. Il 2018 si classifica, nei primi sei mesi, al terzo posto degli anni più bollenti in Italia dal 1800, in cui sono iniziate le rilevazioni, con una temperatura superiore di 1,4 gradi rispetto alla media storica, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr”.

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