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Intesa Sp, l’utile cresce. Niente aggregazioni

Cresce l’utile e non c’è bisogno di aggregazioni. Né in Italia né all’estero. Intesa Sanpaolo, che punta a diventare la prima banca in Europa, ha appena archiviato un’assemblea, che ha approvato il bilancio e la distribuzione del dividendo, all’insegna dell’ottimismo. L’utile nel 2018, assicura il ceo Carlo Messina, “sarà superiore a quello del 2017, cresceranno i ricavi, la banca controllerà i costi e ci sarà una riduzione del costo del credito”.

L’obiettivo finale è ambizioso. “Costruiamo la banca numero uno in Europa su basi e valori solidi. Siamo riusciti a trasformare una banca a vocazione nazionale in una grande azienda internazionale. Oggi il valore di Borsa è equivalente a quello di Ubs. Capitalizziamo più di Credit Suisse”, rivendica Messina. Un percorso che continuerà senza ricorrere a fusioni e acquisizioni. “Non stiamo parlando con nessuno né in Italia né in Europa. Neppure sul wealth management. Siamo così bravi da soli che non ne abbiamo bisogno”.

Il ceo non vede problemi di tenuta di Mps: “non è che l’andamento di Borsa significhi che una banca vada male. Le condizioni strutturali non sono preoccupanti in nessun modo. Comunque non siamo disposti a intervenire, noi dobbiamo concentrarci sul nostro piano di impresa che è ambizioso, ma si basa su linee di crescita interna”. Tra i business sui quali la banca punta c’è quello assicurativo. Il dossier Generali è un capitolo chiuso: “il quartiere generale sarà sicuramente a Torino, vogliamo far tornare qui un campione nazionale”, annuncia Messina.

Nessun timore per l’incertezza politica e neppure per un governo guidato dal Movimento Cinque Stelle, assicura il banchiere.

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