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Conte: noi vento del cambiamento, governo incassa 171 sì

Il Governo Conte incassa la fiducia con 171 sì. Gli astenuti sono stati 25 . I voti contrari 117 .

Dopo il 4 marzo “spira un vento nuovo, c’è una stagione nuova. Io sarò l’avvocato dell’intero popolo italiano”. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte si è presentato così nel suo primo discorso in Parlamento. “Sento il peso di una grande responsabilità – ha aggiunto – pur con la consapevolezza dei miei limiti. Noi siamo populisti perché ascoltiamo i bisogni dei cittadini”.

Quindi parole fortemente ancorate al Contratto di governo tra M5s e Lega di cui, ha detto “mi farò garante”. Sull’immigrazione “metteremo fine al business dell’immigrazione, cresciuto a dismisura sotto il mantello di una finta solidarietà”. Sulla legittima difesa: “La potenzieremo”, sui temi sociali “è ora di dire che i cittadini italiani hanno diritto a un salario minimo orario, affinché nessuno venga più sfruttato, che hanno diritto a un reddito di cittadinanza e a un reinserimento al lavoro qualora si ritrovino disoccupati, che hanno diritto a una pensione dignitosa”.

I cittadini, ha detto Conte “hanno diritto a pagare in maniera semplice tasse eque. C’è di nuovo che il debito pubblico lo vogliamo ridurre, ma vogliamo farlo con la crescita della nostra ricchezza, non con le misure di austerità che, negli ultimi anni, hanno contribuito a farlo lievitare”. Sul fronte della lotta alla corruzione, ha promesso Conte “combatteremo la corruzione con metodi innovativi come il “Daspo” ai corrotti e con l’introduzione dell’agente sotto copertura”.

Quanto alla flat tax, Conte ha spiegato che “ci ripromettiamo di introdurre misure rivoluzionarie che conducano a una integrale revisione del sistema impositivo dei redditi delle persone fisiche e delle imprese. L’obiettivo è la “flat tax”, ovvero una riforma fiscale caratterizzata dall’introduzione di aliquote fisse, con un sistema di deduzioni che possa garantire la progressività dell’imposta, in piena armonia con i principi costituzionali”.

E ancora: taglio alle pensioni d’oro sopra i 5.000 euro netti, superamento della prescrizione, carcere per i grandi evasori, conflitto d’interessi. In politica estera fedeltà alla Nato e agli Usa ma aperture verso la Russia e superamento delle sanzioni.

Il presidente del Consiglio ha quindi ricordato il bracciante immigrato ucciso in Calabria, Soumaila Sacko, salutato da una standing ovation che ha unito maggioranza e opposizione.

Nel corso della replica, poi, Conte ha ribadito ancora una volta che “l’uscita dall’Euro non è mai stata in discussione, non è in discussione. Non è entrata nel contratto di governo e non è un obiettivo che ci proponiamo in questa legislatura”.

Inevitabile la bocciatura da parte del Pd. “Voi non siete il bipolarismo di domani, voi siete la coalizione di oggi e di domani altro che Terza Repubblica, continua la Prima”, ha detto l’ex premier Matteo Renzi nel corso del suo intervento in Senato. “‘Lo stato siamo noi?’. Non sono d’accordo con la frase di Di Maio, perché è di Luigi XIV ed è vero che avete fatto la storia almeno 8 volte almeno in 89 giorni ma voi non siete lo Stato, siete il potere, siete l’establishment. E non avete più alibi rispetto a ciò che c’è da fare. Noi non vi faremo sconti”. Quindi una promessa: “Come primo atto, quando saranno costituite le commissioni, convocheremo la ministra della Difesa Trenta al Copasir per chiarire dei punti che ella conosce”.

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