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Google, nuova multa record: 4,3 mld di dollari

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Il record per la più alta multa mai comminata dalla Commissione Ue è stato stabilito l’anno scorso, quando Google fu multata per un totale di 2,4 miliardi di dollari per aver favorito il suo servizio di comparazione di prezzi Google Shopping a scapito degli altri competitor. Il record ora è stato battuto, e sempre dall’azienda di Mountain View, che dovrà pagare 4,3 miliardi di euro per aver abusato della posizione dominante del suo sistema operativo Android, attraverso “restrizioni illegali” imposte ai produttori di apparecchi e operatori di telefonia mobile.

Anticipata da alcune agenzie internazionali, tra le quali Bloomberg e l’agenzia Belga, la notizia è stata confermata in una conferenza stampa dalla Commissaria Antitrust Margrethe Vestager. L’azienda ha 90 giorni di tempo per mettere fine alle pratiche anticoncorrenziali: se non si adeguerà, l’azienda rischia di pagare una penale del 5% del fatturato di Alphabet, la casa madre. Tra i comportamenti presi di mira durante l’indagine della Commissione, iniziata nel 2015, l’installazione dell’app Google Search e il browser Chrome (condizione per fornire la licenza dell’app store di Google, cioè Play Store) imposta da Google ai produttori di smartphone come Samsung e Huawei, pratica per la quale l’azienda californiana fu formalmente accusata già nel 2016. Per Bruxelles, Google ha anche offerto incentivi finanziari ai produttori e agli operatori di reti mobili a condizione che installassero esclusivamente Google Search sui loro apparecchi. Questo allo scopo di consolidare e mantenere la sua posizione dominante. Inoltre Google ha impedito ai produttori che volevano pre-installare le app di Google di vendere smartphone che avessero versioni alternative di Android non approvate da Mountain View.

Android ha creato più scelta per tutti, non meno: un ecosistema fiorente, innovazione rapida e prezzi più bassi sono le caratteristiche classiche di una forte concorrenza. Faremo appello contro la decisione della Commissione”, è stato il commento di un portavoce di Google. Già nel caso della multa precedente Google non ha accettato la decisione della Commissione, facendo ricorso alla Corte di Giustizia Ue. Dichiarazioni, quelle del portavoce Google, che evidentemente non trovano d’accordo Vestager: “il nostro caso riguarda tre tipi di restrizioni che Google ha imposto ai produttori di apparecchi Android e operatori di rete per assicurarsi che il loro traffico andasse verso il motore di ricerca di Google. In questo modo, Google ha usato Android come veicolo per consolidare il dominio del suo motore di ricerca. Pratiche che hanno negato ai rivali la possibilità di innovare e competere sui meriti. E hanno negato ai consumatori europei i benefici di una concorrenza efficace nella importante sfera mobile. Questo è illegale per le regole dell’antitrust Ue”, ha detto la commissaria alla concorrenza.

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