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Gli investimenti degli under 30, dieci errori da evitare

Secondo Benjamin Franklin “investire in conoscenza paga gli interessi migliori”. Ma è proprio quella che manca a livello finanziario sotto i trent’anni. Ecco dieci errori che possono costare cari e compromettere la libertà finanziaria individuale.

Acquistare un immobile. La proprietà della casa può essere un obiettivo che fa sentire realizzati, ma l’impegno economico è alto e non sempre si è in grado di mantenerlo. Sotto i trent’anni l’investimento in immobili è come il paradiso di Warren Beatty: può attendere.

Ottenere un prestito per sposarsi. Il costo medio di un matrimonio con 100 invitati in Italia è di 15-20mila euro, con punte sino a 80mila euro. Questa spesa è difficilmente sostenibile dai neolaureati. Uno sposalizio più modesto è certamente una scelta più saggia, più romantica e che gli sposi non rimpiangeranno.

Non diversificare gli investimenti. Diversificare gli assett permette di essere al riparo da oscillazioni del mercato. Spesso si pensa di poter massimizzare ritorni prendendo una grande esposizione di investimento in un titolo o settore.

Risparmiare e non investire. Molte persone investono denaro in conti di risparmio pensando che il rendimento possa essere sufficiente per tutte le esigenze future. Ma un rendimento troppo basso non è in grado di battere l’inflazione. Una volta convinti a investire, va scelto il prodotto giusto. La storia dimostra che le azioni hanno spesso superato in astuzia gli immobili nel lungo periodo.

Chiedere troppi prestiti. Occorre prestare attenzione e non chiedere più di quello che si può ripagare. Chi ha un debito esistente, deve prima estinguerlo e sbarazzarsi dei prestiti su cui il tasso è più alto. Un altro motivo per pagare in tempo è che questo influisce sul punteggio di credito. Un basso punteggio di credito può colpire l’idoneità per i prestiti futuri.

Non investire in un fondo pensionistico. Il 40% della generazione dei Millennial (nati tra i primi anni ’80 e il 2000) non ha un conto di risparmio, e il 73% non conosce il proprio patrimonio netto. Questi due fattori sono fondamentali per la presa in carico delle finanze personali, in particolare per la pianificazione della pensione. Paradossalmente, più di un terzo (34%) di questi risparmiatori riferisce di sentirsi ottimista guardando il saldo del proprio conto di risparmio. Questo suggerisce che possono avere un falso senso di sicurezza riguardo ai loro risparmi attuali e che rischiano di non raggiungere gli obiettivi pensionistici che sperano.

Non avere un piano finanziario prima di avere figli. La spesa per crescere un figlio sino ai 18 anni in Italia è arrivata alla quota di 113.000 euro per fasce di reddito basso, 165.000 euro per reddito medio e 274.000 euro per reddito alto. Meglio pensarci prima.

Affidarsi solo alla banca. Chiedere consigli esclusivamente a una banca (che fa solo il proprio interesse) è poco saggio. La chiave resta l’informazione finanziaria: maggiore è la conoscenza degli strumenti a disposizione maggiore è la possibilità di massimizzare i propri investimenti.

Non fare lavorare il denaro. Lavorare tanto per spendere appena possibile non è saggio. Occorre creare delle rendite automatiche che garantiscano un’entrata mensile indipendente dal reddito.

Indebitarsi e spendere prima di guadagnare. Non è una strategia da attuare sotto i trent’anni. Quando si è imprenditori con esperienza è possibile, ma solo a fronte di un solido business plan.

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