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Gentiloni: inaccettabili armi chimiche, ok risposta Usa

“Credo che non possiamo accettare che si torni a 100 anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale che si torni a legittimare l’uso della armi chimiche, non possiamo accettarlo”. Lo ha detto il premier Paolo Gentiloni in Aula alla Camera affermando anche che la risposta del 14 aprile da parte di Usa, Francia e Gran Bretagna, è stata “una risposta motivata, mirata e circoscritta. Non ci sono indicazioni di vittime civili né indicazioni di danni collaterali” il che dimostra che “la risposta è stata coordinata con attori presenti per scongiurare vittime civili”.

Parole ferme contro la Russia da parte del premier secondo il quale “la città di Duma, che era l’ultima roccaforte dei ribelli, è stata oggetto di un attacco in cui secondo ogni evidenza si è ripetuto l’uso di armi chimiche: probabilmente cloro miscelato con Sarin o agenti assimilabili. Fonti diverse hanno confermato decine di morti e centinaia di feriti. Ma abbiamo la certezza purtroppo che a seguito del veto della Russia alla proposta del Consiglio di sicurezza l’iniziativa per accertare la verità e le responsabilità è stata bloccata”.

Quanto al presidente siriano Assad, Gentiloni ha accusato il raìs di Damasco di “irragionevole logica del terrore”. “Il conflitto è senza fine, il regime è responsabile di crimini inauditi e a chi si domanda il famoso ‘cui prodest’, perché Assad avrebbe dovuto accanirsi ora” che sta vincendo “con armi chimiche a Duma, io risponderei che di ragionevolezza in questi sette anni di conflitto ne ho vista ben poco. Ho visto francamente in questi anni solo l’irragionevole logica del terrore, quindi non mi domando dove sia la ragionevolezza dell’uso di armi chimiche contro il proprio popolo”. “Siamo davanti alla tragedia di un regime orribile, eppure da anni il negoziato è inevitabile”, ha proseguito Gentiloni sottolineando che “l’idea che si potesse cominciare con la cacciata di Assad si è rivelata illusoria”. Parole nette anche sulle alleanze dell’Italia: “Non siamo un Paese neutrale, che sceglie di volta in volta con chi schierarsi tra l’alleanza atlantica e la Russia: l’Italia è un coerente alleato degli Stati Uniti e non di questa o quella amministrazione americana, di Kennedy o Nixon, di Reagan o Clinton, di Bush o Obama. E’ una scelta di campo, è la nostra scelta di campo”.

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