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Generali, più italiana e pronta a trasformarsi

Una compagnia più italiana e pronta a trasformarsi. Per Generali, che ha riunito a Trieste l’assemblea degli azionisti, parlano da una parte il libro soci e dall’altra gli obiettivi indicati dal ceo Philippe Donnet. Il nuovo assetto vede rafforzata la presenza dei soci privati italiani, dopo la salita del gruppo Caltagirone (4%) e dei Benetton (3%): insieme a Mediobanca (13%) e Del Vecchio (3,15%) la pattuglia tricolore è oltre il 23,1% del capitale, sopra quindi ai fondi esteri, presenti con il 22,9% totale.

Più forti e sostanzialmente soddisfatti i soci italiani. “Non so le motivazioni di Benetton, noi siamo saliti perché credo nella società, che sta andando bene”, evidenzia il vice presidente Francesco Gaetano Caltagirone. “Io tengo molto all’italianità”, aggiunge. Quanto a possibili nuovi acquisti, risponde: “non lo so. Dipende dal mercato, dalle opportunità, non abbiamo programmi”. Cogliere le opportunità quando ci sono, quindi. “Io a questi prezzi ho comprato”, dice ancora, interpellato sul fatto che il valore del titolo sia soddisfacente. Intanto il patron di Luxottica Del Vecchio si concede un “magari” rispetto all’ipotesi che sulla compagnia vengano fatte operazioni, “anche dall’estero”, sulla falsariga di quella ipotizzata da Intesa SanPaolo a inizio 2017. “Operazioni così fanno piacere agli investitori, fanno salire il titolo”, spiega. “Non sono mai stato così contento” di Generali, aggiunge, spiegando anche il perché. “Mi hanno fatto un dividendo molto buono e credo che se lo hanno fatto una volta continueranno”.

Sull’altro fronte, quello della gestione, Donnet parla potendo rivendicare di essere “in linea o in anticipo” con tutti gli obiettivi e anticipa che il nuovo piano vedrà una “strategia molto diversa, basata su un’ulteriore massimizzazione finanziaria, un’espansione profittevole e una profonda trasformazione. Generali sta per scrivere la nuova storia di successo del settore assicurativo”.

Nota di colore, l’incursione di Greenpeace, con anche due attivisti arrampicati in cordata sulla facciata della Stazione marittima, sede dell’assemblea, per srotolare uno striscione con la richiesta a Generali di non “assicurare carbone e cambiamenti climatici”.

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