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Eni, margini in crescita. Guidano esplorazione e produzione

Margini in forte crescita per il primo trimestre di Eni, che chiude con un utile netto pari a 2,2 miliardi di euro (+124%) e un risultato adjusted di 1,7 miliardi (+45%). A guidare la crescita della multinazionale è la divisione esplorazione e produzione, in particolare è stata registrata una forte crescita per la produzione di idrocarburi che sale a 1,86 mln di barili, mentre a spingere sul freno è il settore raffinazione e chimica. Dati positivi quelli comunicati dalla multinazionale dopo il Cda, che conferma previsioni di crescita anche per il secondo semestre, con l’utile netto a 1,2 miliardi e quello adjusted a 767 milioni di euro (+66%).

Un “forte aumento della redditività”, con l’utile operativo adjusted che nel trimestre è cresciuto del 152% grazie soprattutto a ‘Esplorazione e produzione’ con un contributo triplicato, “a fronte di una crescita del Brent in euro del 38%”, commenta l’ad dell’Eni, Claudio Descalzi.

Nel secondo trimestre, si legge ancora nella nota sui conti, l’utile operativo adjusted consolidato ha toccato quota 2.564 milioni, ed è quindi più che raddoppiato: il risultato è tutto sulle spalle della divisione esplorazione e produzione, che ha conseguito un utile operativo adjusted di 2.742 milioni, più che triplicando rispetto allo stesso trimestre del 2017. La “solida performance” è dovuta al rafforzamento dello scenario petrolifero (+49% l’incremento del riferimento Brent in dollari) e alla crescita produttiva, attenuati dall’apprezzamento dell’euro sul dollaro (+8% ). Il settore gas and power ha conseguito l’utile operativo di 108 milioni rispetto alla perdita di 146 milioni del secondo trimestre 2017 per effetto di ulteriori azioni sui contratti long-term, della riduzione dei costi di logistica e del buon andamento dei business power e GNL. Il settore raffinazione e chimica ha invece registrato un peggioramento della performance operativa (-81%) a causa dello scenario particolarmente sfavorevole, i cui effetti sono stati parzialmente assorbiti da iniziative di ottimizzazione e di efficienza e dal migliore tasso di utilizzo degli impianti. Nel primo semestre 2018 l’utile operativo adjusted consolidato di 4.944 milioni è aumentato del 73%. L’incremento in valore assoluto di circa 2,1 miliardi è dovuto per 1,4 miliardi all’effetto complessivamente positivo dello scenario e per 0,7 miliardi alla crescita delle produzioni e alle azioni di efficienza e di ottimizzazione.

Forte crescita per la produzione di idrocarburi. Il gruppo petrolifero, nella nota sui conti, annuncia che il dato è salito a 1,86 milioni di barili al giorno sia nel primo semestre (+4,7%) che nel secondo trimestre (+5,2%). La crescita produttiva, spiega la nota, è sostenuta dallo sviluppo (ramp-up) dei grandi progetti avviati di recente: Zohr, Noroos, Jangkrik, Octp, Ochigufu, Nenè fase 2; dal maggior contributo di Kashagan e di Val d’Agri (fermata nel secondo trimestre 2017) e dall’ingresso in Abu Dhabi. Il contributo, infine, arriva anche dai principali start-up del periodo, in Angola e Libia.

La produzione di petrolio è stata di 881mila barili al giorno, con una crescita di 54mila, pari al 6,5%, rispetto al secondo trimestre 2017 (883mila barili nel primo semestre 2018, in aumento del 6,4%). La produzione di gas naturale è stata di 152 milioni di metri cubi al giorno con una crescita di 6 milioni di metri cubi, pari al 4,1% rispetto al secondo trimestre del 2017 (152 milioni di metri cubi al giorno nel primo semestre, in crescita del 3,4%). Per l’intero 2018, la produzione è prevista in crescita del 4%, allo scenario di budget di 60 dollari al barile, corrispondente a un livello di circa 1,9 milioni barili al giorno. L’incremento sarà sostenuto dal ramp-up degli avvii 2017 in particolare in Egitto, Indonesia e Ghana, dal maggior contributo dei giacimenti Kashagan, Goliat e Val d’Agri, dagli start-up di nuovi progetti in particolare in Angola, Libia e Ghana, e dal contributo dell’iniziativa negli Emirati Arabi, in parte compensati prevalentemente dai declini delle produzioni mature.

“La generazione di cassa consolidata – si legge in una nota – è nettamente cresciuta, spinta dal prezzo Brent e dalla maggiore produzione con un contributo per barile che sale a 20 dollari, consentendoci di confermare la riduzione a 55 dollari al barile della nostra cash neutrality per il 2018”. Per Descalzi “ottimo è stato anche il risultato del business gas & power“, mentre “la flessione dello scenario nella raffinazione e nella chimica ha comportato una riduzione del contributo di questi business, comunque positivi”. Il debito netto, infine, “prosegue nella sua discesa portandosi sotto i 10 miliardi, livello più basso registrato negli ultimi 11 anni”. E’ quindi confermata la proposta di un acconto dividendo di 0,42 euro.

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