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Embraco, tre aziende interessate

Tre opzioni per il futuro di Embraco. Lo stabilimento di Riva di Chieri “interessa tre aziende: una israeliana con fondi cinesi, una italiana e, la novità di oggi, una multinazionale giapponese che ha già degli stabilimenti in Italia”, riferiscono i sindacati al termine del tavolo al Mise sullo stato di avanzamento del lavoro di ricerca coordinato dal Ministero e da Invitalia per le prospettive di reindustrializzazione dello stabilimento. Il lavoro tecnico, spiega il ministero, proseguirà nelle prossime settimane ed il Ministro ha confermato l’impegno ad informare a scadenza regolare i sindacati sui progressi. Il prossimo incontro, spiegano i sindacati, è in programma per il 23 aprile “e poi ci rivedremo ogni dieci giorni”. Arcangelo Montemarano della Fim Cisl, Ugo Bolognesi della Fiom Cgil e Vito Benevento della Uilm (tutti delle sedi di Torino) puntualizzano che queste tre opzioni sono “in una fase più avanzata, ma altre potrebbero aggiungersi”. Buone indicazioni ma non ancora notizie concrete. “Rimaniamo fiduciosi”, sintetizza Benevento, sottolineando però che “oggi i lavoratori si aspettavano qualcosa di più perché hanno una decisione importante da prendere: credere nella reindustrializzazione o accettare i soldi delle buonuscite”. Si è svolto questa mattina al Ministero dello Sviluppo Economico alla presenza del ministro Carlo Calenda un incontro di aggiornamento sulla situazione dell’azienda Embraco. La riunione, cui hanno partecipato i sindacati metalmeccanici, l’azienda, con il direttore Europa Emerson Zappone, e rappresentanti della Regione Piemonte, è servita ad aggiornare i sindacati sullo stato di avanzamento del lavoro di ricerca coordinato dal Ministero e da Invitalia sulle prospettive di reindustrializzazione dello stabilimento di Riva di Chieri. Il lavoro tecnico, spiega il Mise, proseguirà nelle prossime settimane ed il Ministro ha confermato l’impegno ad informare a scadenza regolare i sindacati sui progressi. “Con i sindacati abbiamo convenuto di procedere con attenzione nella selezione (della società che potrebbe acquisire lo stabilimento torinese di Embraco, ndr), perché si tratta di una scelta irreversibile e va fatta con tutti i parametri necessari”, evidenzia Calenda al termine del tavolo. Con le tre aziende interessate, prosegue il ministro, “sono stati già avviati i primi contatti”. Il ministro ha infine confermato l’avvio del fondo contro le delocalizzazioni, che, ha specificato, “è alla Corte dei Conti”. Intanto, resta aperto il dossier Ue. La commissaria alla concorrenza Marghrete Vestager “sta indagando, mi aspetto una risposta entro aprile”, risponde Calenda a chi chiede se sia arrivata da Bruxelles la riposta sulla richiesta dell’Italia di valutare eventuali aiuti di stato della Slovacchia nella delocalizzazione dello stabilimento Embraco.

 

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