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Boeri: dare risorse a chi non lavora non aiuta crescita

Trasferire “risorse da chi lavora a chi non lavora” non “sostiene la crescita, mentre è sicuro che con maggiore crescita aumentano le pensioni”. Il presidente dell’Inps Tito Boeri torna a parlare della manovra, e lo fa a Venezia, durante il convegno per i 120 anni dell’istituto. “L’esperienza del Veneto – ha aggiunto – insegna che la crescita si sostiene con più lavoro e più alta produttività. Un percorso di successo è alleggerire gli oneri su chi lavora”.

Le misure previste nella nota di aggiornamento al Def recentemente approvata, inoltre, sono secondo Boeri “sbilanciate” al Sud: “bisogna essere trasparenti sul profilo distributivo dei provvedimenti che si intendono adottare. Si dice spesso che la quota 100 andrà a beneficio del nord. In realtà più del 40% delle risorse per questa misura andrà ai pensionati del pubblico impiego. Anche il reddito di cittadinanza è fortemente sbilanciato al sud. Credo che non più del 2-3% delle risorse andrà a regioni come il Veneto che conta circa 8/9% della popolazione”.

Per Boeri “non è aumentando la spesa pensionistica che si può far crescere l’economia del nostro paese, è esattamente il contrario”. L’aumento dello spread, poi, “porta alla riduzione dei rendimenti di molti fondi pensione; ciò significa pensioni minori per molti lavoratori e in prospettiva quindi una situazione di maggiore difficoltà per la crescita, con minori possibilità di finanziamenti e liquidità per le imprese”. Se si tratta di “tutelare il potere di acquisto dei pensionati e rafforzare la loro posizione – ha aggiunto Boeri – bisogna pensare a misure di crescita che assegnino maggiore importanza al lavoro e all’aumento della produttività”.

“Nella storia italiana più prepensionamenti sono sempre andati di pari passo con più disoccupazione giovanile”, ha aggiunto Boeri. “Peraltro nel settore pubblico per sostituire i lavoratori che vanno in pensione ci vuole molto tempo, perché i concorsi pubblici a volte impiegano anni a concludersi”. E poi, secondo il Presidente Inps “non è detto che per uno che va in pensione, uno entra, e comunque quest’uno avrà un reddito basso, e di riflesso una minore contribuzione”.

Il reddito di cittadinanza, intanto, secondo il Vicepremier Luigi Di Maio, “non dà un solo euro a chi sta sul divano, perché avranno tutta la giornata impegnata per la formazione e lavori di pubblica utilità e non avranno il tempo di lavorare in nero e se imbrogliano si beccano 6 anni di galera per dichiarazioni non conformi alla legge”. Al question time del Senato Di Maio ha sottolineato di avere inserito “una serie di misure che contrastano i furbi”.

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