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Bcc: Federcasse, bene decreto del governo Conte

Federcasse, l’Associazione nazionale delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali italiane, giudica “positivamente rafforzate” dal decreto del governo Conte, le proprie richieste sulla riforma che “avevano trovato una prima applicazione nella legge” del precedente esecutivo. E’ quanto hanno affermato i vertici dell’associazione in audizione alla Commissione Affari Costituzionali del Senato ricordando come “il Credito Cooperativo avesse sempre sostenuto che la riforma di sistema dovesse tener conto sia delle istanze dei regolatori (migliorare la governance delle Bcc, allocare più efficacemente le risorse patrimoniali; aprire il sistema a capitali esterni per consentire, in caso di necessità, una rapida patrimonializzazione), sia di alcuni obiettivi considerati irrinunciabili: valorizzare la mutualità e l’autonomia delle singole cooperative bancarie a mutualità prevalente in funzione della loro meritevolezza; garantire il controllo della Capogruppo del Gruppo Bancario Cooperativo in capo alle BCC ed, in generale, il loro protagonismo”.

Federcasse e Confcooperative, si legge nel documento presentato in audizione, hanno evidenziato che la riforma debba procedere ed essere attuata con coerenza e speditezza, e sottolineato come il provvedimento accolga indicazioni avanzate congiuntamente nei mesi precedenti, riscontrando altresì la possibilità di apportare ulteriori miglioramenti alle regole che disciplinano l’attività delle Bcc e delle loro Capogruppo.

Federcasse ricorda che aveva chiesto di fissare al 60% la soglia della quota di capitale della capogruppo del Gruppo bancario cooperativo che deve essere detenuta dalle Bcc appartenenti al gruppo già nel 2016 e che pertanto esprime un parere favorevole alla modifica introdotta dal decreto. Condivisione anche per la norma che prevede che lo statuto della Capogruppo stabilisca che i componenti dell’organo di amministrazione espressione delle Banche di Credito Cooperativo aderenti al gruppo siano pari alla metà più due del numero complessivo dei consiglieri di amministrazione, affinché la governance della Capogruppo sia maggiormente rappresentativa delle Bcc. Questo, spiega l’associazione, anche alla luce del dibattito in atto nell’ambito dell’Unione Bancaria sulla necessità di tener conto, sotto il profilo sia normativo sia di supervisione, delle peculiarità dei Gruppi bancari cooperativi o di matrice cooperativa.

Apprezzamento inoltre per la modifica secondo cui con “atto della capogruppo” debba essere disciplinato un processo di consultazione delle Bcc aderenti in materia di strategie, politiche commerciali, raccolta del risparmio ed erogazione del credito nonché riguardo al perseguimento delle finalità mutualistiche. La previsione dispone inoltre che, al fine di tener conto delle specificità delle aree interessate, la consultazione debba avvenire mediante “assemblee territoriali” delle Bcc, i cui pareri non sono vincolanti per la capogruppo. Infine Federcasse esprime parere favorevole a che sia un Decreto del presidente del consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Economia e delle Finanze, sentita la Banca d’Italia (oggi prevista con decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze, sentita la Banca d’Italia) a stabilire una diversa soglia di partecipazione delle Bcc al capitale della Capogruppo, tenuto conto delle esigenze di stabilità del Gruppo. Questo “innalza ulteriormente il valore “politico” dell’eventuale decisione di variare la percentuale della quota di capitale riservata alle Bcc. Per Federcasse, si tratta di una conferma del fatto che il sistema delle Bcc venga avvertito anche da questo Esecutivo come un asset rilevante per l’economia italiana”.

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