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Banca Carige, perde 20,5 mln nel primo semestre

Una perdita di 20,5 milioni di euro nel primo semestre 2018, in netta diminuzione rispetto ai 158,4 milioni dello stesso periodo nel 2017. Sono i numeri diffusi da Banca Carige, che è tornata in rosso dopo aver chiuso in utile il primo trimestre di quest’anno. Un 2018 non proprio roseo per l’Istituto genovese che ha visto un progressivo smantellamento del cda: prima le dimissioni dell’oramai ex consigliere e presidente Giuseppe Tesauro, seguite dalle dimissioni del vicepresidente che era subentrato ad interim Vittorio Malacalza, a quelle – addirittura anticipate – di Francesca Balzani che, a partire dal primo agosto non è più consigliere di amministrazione e membro del Comitato Rischi di Banca Carige.

Tornando ai numeri del semestre ‘in rosso’, il risultato normalizzato, al netto degli effetti one-off legati alle eredità del passato, ammonta a 20,2 milioni. Escludendo gli effetti non ricorrenti, ha precisato l’Istituto, il risultato del primo semestre “è pertanto a break-even operativo ed allineato alle previsioni di Piano”.

“Andiamo avanti con fiducia, consideriamo questo semestre positivo e che dimostra l’aspetto ‘adolescenziale’ della Carige, che fa fatica ancora ad assorbire gli effetti negativi imprevisti. E’ necessario lavorare ancora per cristallizzare la nostra capacità sui costi e crescere in maniera sana sulla parte di ricavi, su cui abbiamo un gap rispetto ai competitor”, ha detto il consigliere delegato di Carige, Paolo Fiorentino, in conference call con gli analisti. “Continuiamo ossessivamente sull’implementazione del nostro piano” ha detto il banchiere, secondo cui i risultati conseguiti dimostrano che “continuiamo a lavorare, anche se in condizione di governance evolutive”. Fiorentino è “molto orgoglioso” dell’utile normalizzato di 20 milioni.

Banca Carige ha ricordato i risultati in termini di crescita della raccolta e di impieghi, di spinta commerciale, di gestione dei costi, di riduzione dei crediti deteriorati e di puntuale esecuzione delle operazioni straordinarie previste dal piano. Nel semestre i proventi operativi netti core si sono attestati a 252,8 milioni (-8,5% sullo stesso periodo del 2017), i costi di gestione core sono scesi del 12,3%, a 228 milioni, mentre il margine operativo lordo migliora del 51% a 24,8 milioni e il margine operativo netto da -201 a -41 milioni di euro. Le rettifiche di valore nette su crediti si sono ridotte da 217,4 a 46,3 milioni.

L’indice di capitale Tcr (Total Capital ratio phased-in) resta sotto i requisiti fissati dalla Bce. L’indicatore si attesta all’11,9%, sotto di circa 120 punti base rispetto a quanto prescritto dalla vigilanza con lo Srep 2018 (13,125%). Superiore invece l’indicatore di solidità patrimoniale Cet1 ratio phased-in, che si attesta all’11,8%4. Col perfezionamento delle operazioni straordinarie previste dal Piano, il CET1 ratio phased-in pro-forma di giugno 2018 si attesta al 12,9% e il TCR phased-in pro-forma al 13% (circa 12 punti base al di sotto della soglia SREP 2018, equivalenti a circa 20 milioni di capitale di secondo livello). “Abbiamo il modo, anche nello scenario avverso e non benigno di non emettere il bond, di riuscire a raggiungere il target” di capitale fissato dalla Bce e, grazie al conseguimento degli obiettivi del piano, “saremo più credibili ad approcciare il mercato anche nei mesi successivi”, ha detto Fiorentino, sottolineando il fatto che con le azioni di piano il gap rispetto alle richieste della Bce si ridurrebbe a soli 12 punti base entro fine anno, pari a circa 20 milioni di euro.

Tra raccolta diretta e indiretta, la crescita registrata da Banca Carige è stata di 1 miliardo. La raccolta diretta da clientela privati e imprese si attesta a 14,5 miliardi, in crescita del 3,7% sullo stesso periodo del 2017. La raccolta indiretta ammonta a 21,8 miliardi e risulta in crescita di circa 0,5 miliardi (+2,4% rispetto al 31 dicembre 2017) sia per effetto delle dinamiche del risparmio gestito (+0,2 miliardi), sia per la crescita dell’amministrato (+0,3 miliardi). Prosegue inoltre la cessione delle inadempienze probabili (utp) con operazioni di cessioni e stralcio per complessivi 127 milioni e offerte vincolanti su un ammontare fino a 400 milioni di altri crediti deteriorati, con closing previsto nel terzo trimestre dell’anno. Il costo del rischio annualizzato si è attestato a 82 punti base, in linea con le previsioni di piano e con una copertura complessiva dei crediti deteriorati del 52%. Banca Carige ha convocato per il 20 settembre l’assemblea dei soci chiamata a deliberare, tra l’altro, sulle richieste di revoca del Cda arrivate da Malacalza Investimenti e da Raffaele Mincione.

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