Eccolo il vecchio sogno di Ferrovie dello Stato riemergere carsico. Un tema ricorrente: portare l’alta velocità negli Stati Uniti, mercato tradizionalmente refrattario allo sviluppo dei treni veloci.
Il modello americano, d’altronde, prevede connessioni via aereo tra i principali scali del Paese viste le lunghe distanze, mentre il traffico su gomma è sempre stato orientato alle merci. Però la capogruppo guidata da Antonio Donnarumma, direttamente controllata dal ministero del Tesoro, crede che la nuova politica commerciale inaugurata da Donald Trump possa far ripartire anche questo dossier sempre rimasto nel cassetto.
Il primo passo è ristrutturare la divisione americana di Fs International che è dormiente da tempo. Poi provare ad accelerare per conquistare il mercato americano dell’alta velocità.
Il primo a parlarne è stato il viceministro ai trasporti Edoardo Rixi nella sua visita recente a Miami per l’inaugurazione del terminal crocieristico di Msc.
In questi ultimi giorni i manager della divisione internazionale di Ferrovie, alla cui guida per fresca nomina c’è Luigi Corradi, ex amministratore delegato di Trenitalia, stanno guardando alcuni edifici proprio in Florida. Stesso schema anche per Washington, dove dovrebbe aprire una seconda sede.
Lo scopo è avvicinarsi al mondo regolatorio dell’Authority Usa anche per capire i miliardi che l’amministrazione Usa potrebbe mettere sul tavolo per l’alta velocità e per questo sarebbero coinvolti anche alcuni manager del gruppo ingegneristico Italferr per capire se il nuovo mondo di Trump, in ossequio all’America First che rispolvera un protezionismo vecchia maniera molto simile a quello degli anni ’30, possa reggere davvero all’impatto della guerra commerciale con la Cina. In ballo ci sarebbe anche la tratta ad alta velocità New York-Washington. In Florida si punta sulla Miami-Orlando.
Bisognerà certamente vincere le gare che verranno eventualmente bandite per l’offerta del servizio, perché la rete resterà in mano agli Usa.
Gli investimenti sulla costruzione della linea ad alta velocità sarebbero tutti americani, ma riuscire ad ottenere la gestione del servizio ad alta velocità potrebbe risultare interessante sui prossimi tavoli che molti sono convinti ci saranno, da qui alla fine della presidenza Trump.
Oggi Fs International ha un ufficio a New York che dovrebbe essere smantellato. Gli uffici di Miami sarebbero invece la base anche per lo sviluppo dell’offerta sulla linea Houston-Dallas, altro dossier che l’Italia sta studiando.
In America però l’alta velocità non esiste: oggi il servizio più simile è svolto da Amtrak Acela che raggiunge la velocità di 240 chilometri orari solamente su 80 degli oltre 730 chilometri di rete gestiti dall’operatore. Mentre i progetti in California si sono rivelati molto complessi per i continui costi a cui far fronte nella costruzione.