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Obesità: nuovi farmaci e rischio depressione, la ricerca

geni obesità
Adyen Articolo
Velasco25

Nonostante il successo degli anti-obesità a base di GLP-1 agonisti – e gli ultimi dati sulla versione orale (orforglipron), che hanno fatto volare nei giorni scorsi le azioni di Eli Lilly – un recente studio su ‘Current Neuropharmacology’ mette in luce un legame preoccupante tra questi farmaci e il rischio di depressione e idee di suicidio.

Utilizzando analisi computazionali farmacogenomiche avanzate, un team internazionale di 24 ricercatori ha evidenziato i percorsi genetici che possono indurre fenotipi depressivi nei pazienti che assumono questi farmaci, sollevando preoccupazioni sulla loro sicurezza, almeno nel caso di individui con particolari caratteristiche genetiche.

Firmato da ricercatori provenienti da Stati Uniti, Brasile, Iran e Israele, il lavoro dimostra che, sebbene gli agonisti del GLP-1 come il celebre semaglutide di Novo Nordisk siano benefici per gli individui con eccessiva attività dopaminergica, possono avere effetti dannosi su quelli con ridotta funzionalità dopaminergica. In particolare, gli autori hanno trovato associazioni tra gli agonisti del GLP-1 e geni implicati nella regolazione dell’umore e nei percorsi di ricompensa.

Cosa è emerso dalla ricerca

I risultati suggeriscono che l’uso cronico di questi farmaci anti-obesità potrebbe alterare la segnalazione dopaminergica, portando a sintomi depressivi, disturbi dell’umore e insonnia.

I nuovi farmaci per l’obesità e il monito dei ricercatori

Il possibile legame di questi medicinali con depressione e insonnia è controverso ed è stato oggetto di segnalazioni di tenore opposto. Ma sulla base dei dati emersi in questo studio gli autori mettono in guardia dal promuovere un trattamento cronico con GLP-1.

“Questo studio non dovrebbe essere ignorato, nonostante il clamore che circonda i risultati clinici positivi degli agonisti del recettore del GLP-1”, ha affermato l’autore senior della ricerca, Kenneth Blum, professore alla Western University Health Sciences e all’Ariel University. “Esortiamo la comunità dei medici prescrittori a procedere con cautela”.

Intanto l’Agenzia Europea per i Medicinali (Ema) ha avviato una revisione su questo gruppo di medicinali proprio in seguito a segnalazioni di pensieri suicidari e altri eventi avversi relativi alla salute mentale. Per Panayotis K. Thanos della Buffalo University “prima di prescrivere GLP-1, sarebbe prudente utilizzare test genetici per valutare la funzionalità dopaminergica” del paziente.

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