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Bce, contro i dazi un nuovo taglio dei tassi. Scenderanno ancora?

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Velasco25 Articolo

In un contesto macroeconomico caratterizzato dalle scelte Usa sui dazi e per lo più imprevedibile, ancora una volta la Bce non ha sorpreso i mercati: il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha tagliato nuovamente i tassi di interesse.

È il sesto taglio consecutivo e il settimo dallo scorso giugno.

I nuovi tassi della Bce

Il tasso sui depositi scende così al 2,25%. Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principale passa al 2,40% e quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale al 2,65%. I nuovi tassi saranno in vigore dal 23 aprile.

I prossimi tagli dei tassi

Altro che ultimo taglio a marzo, come si pensava un mese fa.

I dazi americani hanno cambiato tutto, peggiorato le prospettive di crescita (nonostante la sospensione di 90 giorni, l’incertezza pesa ancora sui mercati europei e sugli investimenti) mentre il calo dei prezzi dell’energia e l’apprezzamento dell’euro sui mercati fanno abbassare l’inflazione. A marzo è diminuita sia quella complessiva sia quella di fondo. Presto, “l’inflazione si attesterà stabilmente intorno all’obiettivo del 2% a medio termine perseguito dal Consiglio direttivo”, dicono gli economisti di Francoforte.

La Bce e le tensioni commerciali

In un comunicato relativamente scarno (quasi 200 parole in meno rispetto a quello di marzo) che non cita mai la parola ‘dazi’, la Bce sostiene comunque che”l’economia dell’area dell’euro ha acquisito una certa capacità di tenuta agli shock mondiali, ma le prospettive di espansione si sono deteriorate a causa delle crescenti tensioni commerciali. È probabile che la maggiore incertezza riduca la fiducia di famiglie e imprese e che la risposta avversa e volatile dei mercati alle tensioni commerciali determini un inasprimento delle condizioni di finanziamento. Tali fattori possono gravare ulteriormente sulle prospettive economiche per l’area dell’euro”.

Quando si fermerà la Bce?

Ora per gli economisti ci saranno altre riduzioni a giugno e luglio da parte della banca centrale guidata da Christine Lagarde. Il che significherebbe far calare il tasso sui depositi all’1,75%, che molti indicano come ‘tasso terminale’, la quota oltre la quale la Bce non scenderà.

“La decisione di un taglio dei tassi di interesse da parte della Bce è a nostro avviso una mossa per stabilizzare i mercati soprattutto valutari e impedire un eccessivo apprezzamento dell’euro che amplificherebbe i danni dei dazi sull’economia europea”, ha spiegato Filippo Diodovich di IG prima dell’annuncio della decisione della Bce. “La riduzione dei tassi non comporta rischi eccessivi ed evita anche di dare l’impressione di un’istituzione passiva di fronte all’inasprirsi dello scenario macroeconomico. Lasciare i tassi fermi rischierebbe infatti di rafforzare ulteriormente l’euro”. Secondo Diodovich, “la teoria economica insegna che uno strumento efficace per limitare gli effetti di politiche protezionistiche portate avanti da altre aree economiche è quella di avere una politica monetaria molto accomodante in modo da ridurre gli exchange rates. Crediamo quindi che in caso di assenza di pressioni inflazionistiche e con l’amministrazione Trump rigida nel mantenere i dazi, la Bce potrebbe ridurre il costo del denaro di 100 bps nel corso dell’anno”.
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