‘Non è un paese per vecchi’, recita il titolo di un celebre libro di Cormac McCarthy, mantenuto nella trasposizione cinematografica dei fratelli Coen. Ma osservando le statistiche demografiche, che assegnano agli over 65 la quota di ben il 25% del totale della popolazione italiana, è decisamente arrivato il momento di attrezzarci. Anche perché, come ricorda Michele Conversano, presidente di Happy Ageing, se è vero che l’Italia è tra i primissimi Paesi al mondo quanto a longevità, purtroppo è molto più in basso nella classifica di quelli che trascorrono gli ultimi anni in salute e con una buona qualità di vita.
La parola d’ordine dunque è prevenzione. E le vaccinazioni degli anziani sono tra gli interventi più impattanti. Ma gli over 65 anno bisogno di attenzioni particolari, perché il loro sistema immunitario non è performante come quello dei giovani (colpa dell’immunosenescenza) e i batteri responsabili di gravi malattie hanno un’epidemiologia specifica in questa fascia d’età.
Ecco perché MSD si appresta a lanciare il primo vaccino anti-pneumococcico disegnato a misura di over 65, costruito cioè sulla base dei sierotipi patogeni più impattanti e circolanti nell’anziano, a prova di immunosenescenza.
Il nuovo vaccino è un 21-valente coniugato e contiene 8 sierotipi unici, mai finora coperti da alcun altro vaccino. “Le malattie da pneumococco – ricorda Enrico Di Rosa, presidente della Società di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (S.It.I) – nell’anziano possono dar luogo a malattie invasive, quali meningiti, batteriemie e polmoniti batteriemiche e il tasso di queste gravi patologie è in aumento. Finora avevamo a disposizione dei vaccini che erano però una ‘coperta corta’; questo nuovo vaccino amplia di molto la copertura e va effettuato una sola volta nella vita”.
“La copertura che si raggiunge con Capvaxive – sottolinea il professor Giancarlo Icardi, Coordinatore del Comitato Scientifico della S.It.i e ordinario di Igiene all’Università di Genova – arriva al 76%, cioè oltre il 10-12% di tutti gli altri vaccini finora disponibili; questa vaccinazione avrà anche un ruolo importante di contrasto all’antibiotico-resistenza, che è ormai una priorità assoluta”.
Uno strumento di efficacia inedita, che va però incastonato in un buon ingranaggio organizzativo. La vaccinazione anti-pneumococcica negli over 65 infatti non è un inedito, visto che è già da tempo inserita nel calendario vaccinale del Piano Nazionale Prevenzione Vaccini; ma, a fronte dell’auspicato obiettivo di copertura del 75% di questa popolazione, la maggior parte delle Regioni, a malapena arriva sfiorare il 10-20%, con la sola eccezione virtuosa del Veneto, che arriva al 60% grazie ad un sistema di chiamata attiva presso gli ambulatori vaccinali.
“Questo vaccino – ricorda Tommasa Maio, responsabile nazionale Area Vaccini della Fimmg (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale) – è un diritto, visto che è nei Lea. Per vincere l’esitazione vaccinale, il medico di famiglia deve far capire ai propri assistiti che una polmonite da pneumococco (o altra forma di malattia invasiva) è un evento grave, che può arrivare ad essere fatale ma che inevitabilmente lascia una grave disabilità, e non solo negli anziani. Serve dunque una governance, un’organizzazione per portare a tutti queste vaccinazioni. Benissimo la doppia vaccinazione contro l’influenza e lo pneumococco in autunno; ma questo nuovo vaccino può essere effettuato in qualunque periodo dell’anno; è uno strumento di salute maneggevole che offre quindi una preziosa flessibilità di tempo sia al medico di medicina generale che ai pazienti stessi e ai loro caregiver”.
E i vantaggi del nuovo vaccino anti-pneumococcico coniugato 21-valente sono anche economici. “Le malattie invasive da pneumococco- spiega Annalisa Calabrò, associato di Igiene all’Università di Cassino e del Lazio Meridionale e direttore di Vihtali (Value in Health Technology and Academy for Leadership & Innovation), spin off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – hanno un importante burden of disease, legato alle ospedalizzazioni e ai costi diretti e indiretti che generano. Un recente studio dell’Office of Health Economics (OHE) ha evidenziato che il ROI (Return of Investment) delle vaccinazioni dell’adulto è 19, ma che quello della vaccinazione anti-pneumococcica è di ben 33; per ogni euro speso insomma, se ne risparmiano 33. Secondo l’analisi di farmaco-economia che stiamo portando avanti nell’ambito di una valutazione di HTA, questo nuovo vaccino potrebbe evitare oltre 11 mila casi l’anno di malattia pneumococcica invasiva e portare a risparmi per 56 milioni; ma si tratta di cifre sottostimate, visto il fenomeno dell’under reporting del sistema di sorveglianza italiano. Questo nuovo vaccino è insomma una vera innovazione, è un vaccino personalizzato, di precisione”.
“È arrivato il momento di considerare e dunque di contabilizzare gli screening e le vaccinazioni, i due pilastri della prevenzione, come investimento e non come spesa corrente per il Paese – commenta Nicoletta Luppi, presidente e amministratrice delegata di MSD Italia – Sono veri e propri strumenti di resilienza sociale, in grado di generare ricchezza. L’approvazione da parte della Commissione Europea del nostro nuovo vaccino coniugato anti-pneumococcico 21-valente, segna un punto di svolta nella prevenzione delle patologie da pneumococco negli anziani e negli adulti fragili (come persone con diabete, malattie cardiovascolari e respiratorie). Ed è un orgoglio per noi portare l’innovazione, frutto della nostra ricerca, per una fascia di popolazione per cui finora non c’era una specifica soluzione su misura. La nostra missione resta quella di innovare nel campo della prevenzione e della vaccinazione, per garantire più qualità di vita a tutti e continuare a proporci come partner della salute pubblica”.
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