Un prototipo di esoscheletro destinato ai soccorsi in caso di alluvione, è il terzo classificato ai James Dyson Awards 2024.
Enki, come il dio mesopotamico della creazione e dell’acqua. Quale nome migliore per un prototipo di esoscheletro destinato ai soccorsi per emergenze idrogeologiche?
A progettarlo quattro studentesse magistrali dell’Università Iuav di Venezia: Ilaria Di Carlantonio, Beatrice Bandiera Marlia, Claudia Alexandra Matasel e Rebecca Handley Silvestri alle quali, durante un laboratorio, è stato chiesto di pensare a una soluzione per facilitare il soccorso in acqua e sviluppare un prodotto ad hoc.
Da qui è nato il primo supporto per emergenze alluvionali o esondazioni che consente al soccorritore di entrare in acqua.
“Durante le nostre ricerche, abbiamo visto come gli esoscheletri militari possono essere impermeabili, ma anche pesanti, per cui nelle operazioni di soccorso possono essere d’intralcio”, spiega Ilaria. “Inoltre sono spesso invasivi e coinvolgono tutto il corpo, quindi, oltre a essere poco agevoli, rischiano di intimorire la persona che viene soccorsa”.
Enki ha invece una struttura snella, ricoperta da tessuto impermeabile che coinvolge braccia, spalle, schiena e gambe, consentendo al soccorritore di muoversi liberamente. Così si ammortizza la sollecitazione esercitata su tronco e arti dal peso di una persona o dei sacchi di sabbia utilizzati sugli argini dei fiumi.
Per ridurre il carico e le dimensioni di Enki sono stati impiegati motori piatti contenuti in scocche e alimentati da quattro driver, due per le braccia e due per le gambe. La funzionalità è garantita da una batteria estraibile, della durata di due ore. “Il movimento del soccorritore è rilevato da quattro sensori, posizionati in corrispondenza degli arti, che avviano l’esoscheletro. Vorremmo inserire anche dei comandi vocali per azionare Enki più facilmente”. L’esoscheletro è dotato di un giubbotto salvagente, essenziale in caso di alluvione, con attivazione idrostatica che gli consente di espandersi a contatto con l’acqua.
Il progetto è frutto di un lavoro di ricerca che ha coinvolto la Protezione civile di Venezia Mestre, i Vigili del Fuoco e i Volontari della Protezione civile di Rimini e Sanitrans, azienda che si occupa del trasporto con persone con disabilità.
Per i dettagli tecnici è stato importante l’incontro con U&O, azienda che sviluppa esoscheletri in ambito medicale. Il prototipo realizzato tra marzo e giugno 2024 ha già avuto importanti riconoscimenti, come il terzo posto al James Dyson Awards, prestigioso concorso internazionale di design e ingegneria.
“Abbiamo avuto buoni riscontri dalla Protezione civile e dai Vigili del Fuoco, ora vorremmo portare avanti la progettazione, sperando di poter contare sull’aiuto di altre università, aziende o istituzioni interessate al tema”.
L’articolo originale è stato pubblicato sul numero di Fortune dell’aprile 2025 (numero 3, anno 8)