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Trapianto di fegato: giovane salvata a Torino con tecnica innovativa

trapianto di fegato
Adyen Articolo
Velasco25

Una storia di speranza e buona sanità ci arriva da Torino. Forse ne avrete sentito parlare: nei giorni scorsi un trapianto di fegato eseguito con una tecnica eccezionale ha salvato la vita ad una ragazza di 21 anni.

Magari non sapete, però, che i sanitari della Città della Salute e della Scienza di Torino hanno adottato una tecnica mai utilizzata prima: il nuovo fegato è stato collegato al corpo della giovane in un modo peculiare, dal momento che le vie ‘classiche’ non erano più utilizzabili. Per farlo è stata necessaria un’operazione di 14 ore, perfettamente riuscita. Dopo cinque giorni in terapia intensiva alle Molinette, oggi la ragazza sta bene ed è in fase di recupero presso l’Area Semintensiva Chirurgica dell’ospedale.

La storia

La giovane era nata con una grave malformazione detta atresia delle vie biliari. Non aveva ancora sei mesi quando ha subito il primo trapianto di fegato, sempre alle Molinette, nel Centro Trapianti di fegato all’epoca diretto dal professor Mauro Salizzoni. Dopo un buon inizio, un blocco della vena porta ha complicato le cose, ma il nuovo fegato aveva continuato a funzionare abbastanza bene, tanto da permetterle di crescere.

Durante l’adolescenza, lperò, a ragazza ha cominciato ad avere infezioni biliari ricorrenti che nel tempo hanno portato a una forma di cirrosi. La giovane è stata messa in lista d’attesa per un secondo trapianto. Negli ultimi mesi, poi, l’ittero e una grave debolezza generale hanno spinto gli epatologi guidati dalla dottoressa Silvia Martini, a segnalare l’urgenza della situazione.

La vicenda si è sbloccata quando, dal Centro nazionale trapianti è arrivata la segnalazione di un fegato compatibile, donato da un ragazzo morto per trauma in un’altra regione.

Il dottor Davide Cussa, dell’équipe del professor Renato Romagnoli, ha eseguito il prelievo del fegato. Intanto, nelle sale operatorie della Città della Salute chirurghi e anestesisti delle Molinette si preparavano all’intervento.

Trapianto doppio di microbiota e di fegato, salvato a Torino

Il trapianto eccezionale

Una volta rimosso il fegato malato, i medici non hanno trovato nessuno dei soliti punti dove attaccare il nuovo organo. Così, per far arrivare sangue al fegato, hanno collegato direttamente l’aorta addominale della paziente all’arteria del nuovo organo. Inoltre la vena cava inferiore è stata tagliata e unita alla vena porta del fegato donato.

Il nuovo fegato ha iniziato a funzionare subito dopo il collegamento dei vasi sanguigni. Per completare l’intervento, la via biliare del fegato è stata collegata direttamente ad un tratto dell’intestino della paziente.

A operare è stato, ancora una volta, Renato Romagnoli con la sua équipe, insieme agli anestesisti dell’Anestesia e Rianimazione 2 diretta dal dottor Maurizio Berardino e ai cardiochirurghi della Cardiochirurgia del professor Mauro Rinaldi.

È stato necessario usare per circa 80 minuti una macchina extra-corporea che sostituisse temporaneamente la circolazione del sangue. “Una grande azienda ospedaliero-universitaria come la nostra Città della Salute e della Scienza di Torino si è nuovamente dimostrata capace di gestire un caso gravato da complessità clinica e tecnica estreme, grazie alla dedizione, al coraggio ed alla collaborazione multidisciplinare tra specialisti così altamente qualificati, così come solo nella nostra Azienda è possibile trovare. E così come dovrà essere nel futuro Parco della Salute”, chiosa il Commissario Thomas Schael.

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