“Questi Paesi ci chiamano, mi stanno baciando il c*lo. Muoiono dalla voglia di fare un accordo. ‘Per favore signore, facciamo un accordo, farò di tutto signore’”. Così Donald Trump ha preso in giro i Paesi che stanno cercando di avviare negoziati sui dazi imposti dalla sua amministrazione.
Le suppliche (‘presunte’) dei leader internazionali sono state raccontate dal presidente Usa durante una cena a Washington del Comitato nazionale repubblicano del Congresso.
Trump: I’m telling you, these countries are calling us up kissing my ass. They are. They are dying to make a deal. pic.twitter.com/vuYHYX7Pqe
— Acyn (@Acyn) April 9, 2025
Quanto è lunga la fila
Al di là della frase choc, è sicuramente vero che in tanti abbiano chiamato la Casa Bianca per trattare – per la soddisfazione di The Donald. Dall’annuncio sui dazi del 2 aprile l’amministrazione è stata contattata da circa una settantina di Paesi, secondo il Segretario al Tesoro Scott Bessent.
“Siamo arrivati a 70 paesi che hanno contattato la Casa Bianca per capire come avviare delle trattative”, ha detto Bessent su CNBC. “Le negoziazioni sono il risultato dell’enorme flusso di chiamate in entrata per avviare trattative. Non ha nulla a che vedere con il mercato”. A quell’enorme flusso di chiamate la Casa Bianca non avrebbe sempre risposto. Secondo Politico molti leader internazionali non sono stati nemmeno richiamati. Finora tra i colloqui ‘positivi’ con altri PAesi la Casa Bianca ha menzionato Corea del Sud e Giappone.
I consigli di Bessent a Donald Trump
Secondo un altro report di Politico, Bessent avrebbe consigliato recentemente a Trump di cambiare registro sui dazi: un linguaggio più moderato e obiettivi più chiari. Per ora Trump non sembra aver ascoltato il consiglio.
“Provare a negoziare accordi commerciali individuali con 70 (o più) paesi è difficile e richiederà tempo,” ha dichiarato Jai Kedia, ricercatore presso il Center for Monetary and Financial Alternatives del Cato Institute, in una nota a Fortune.
L’appello al Congresso di Warren
Elizabeth Warren, senatrice democratica statunitense, ha chiesto al Congresso americano (quindi anche ai repubblicani) di intervenire per mettere ordine in una situazione caotica: “Scott Bessent è troppo impegnato a raccontare storie per fare il suo lavoro e prevenire le ricadute. Quindi ora tocca al Congresso contenere i danni”, ha scritto sul Financial Times. Warren ha proposto una risoluzione per invertire la dichiarazione di Trump sull’emergenza nazionale relativa ai rapporti con i partner commerciali, ma per approvare una misura del genere servirebbe un appoggio bipartisan apertamente ostile alle politiche di Trump.