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Morbillo, dazi e aviaria: la tempesta perfetta sulla salute Usa

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Adyen Articolo
Velasco25

Gli ultimi sviluppi dell’epidemia di morbillo negli Stati Uniti, dove si è registrato il secondo decesso pediatrico – una bimba di 8 anni ancora una volta non vaccinata –  ma anche l’influenza aviaria e la politica dei dazi che (sempre secondo gli annunci) potrebbero riguardare anche i prodotti farmaceutici, sollevano pesanti ombre sul futuro della salute a stelle e strisce. Tra virus umani, animali e protezionismo, il pericolo è quello di una tempesta perfetta.

“La politica non può fare scienza, e viceversa. Dovrebbero lavorare insieme per il bene comune. Ma se questo è vero, perché gli Usa hanno intenzione di mettere i dazi sui farmaci? Forse non è chiaro il concetto di salute umana: One Health“.

È la riflessione di Massimo Ciccozzi, responsabile dell’unità di Statistica medica ed Epidemiologia del Campus Bio-Medico di Roma, che mette sotto il microscopio le ultime mosse della politica americana, a partire dal ‘caso morbillo’.

Dazi sui farmaci: la preoccupazione degli specialisti

I numeri del morbillo

Nel 2023 questa malattia “ha ucciso circa 107.500 persone in tutto il mondo, per lo più bambini sotto i 5 anni. Nello stesso anno l’Organizzazione mondiale della sanità ha segnalato oltre 58.000 casi di morbillo in 41 dei 53 Stati della regione europea, con 10 decessi correlati. In Italia dal 1 gennaio al 31 ottobre 2024 sono stati segnalati 935 casi di morbillo, con un’incidenza maggiore nei bambini di età inferiore ai 4 anni. Le complicazioni più frequenti includono epatite, polmonite e, in un caso, encefalite in un giovane adulto non vaccinato”. Insomma, la malattia ha ripreso a circolare nel mondo e in Europa.

“Gli Stati Uniti stanno attualmente vivendo un’importante epidemia di morbillo, con casi confermati che superano i 600, la maggior parte dei quali in Texas. Qui l’epidemia è stata particolarmente grave, con un aumento dei casi di quasi il 14% in soli tre giorni, passati da 422 a 481. La contea di Gaines è stata l’epicentro – precisa l’epidemiologo –  rappresentando una parte sostanziale dei casi dello Stato. A livello nazionale, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) segnalano al 3 aprile 607 casi di morbillo confermati in 22 giurisdizioni. Sono stati colpiti Alaska, California, Florida, Texas e lo Stato di Washington”.

Anche nell’Ue il virus si sta diffondendo rapidamente. Secondo i dati presentati nell’aggiornamento mensile appena pubblicato dall’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, c’è stato un aumento considerevole dei casi. Dopo un periodo di attività insolitamente bassa durante la pandemia di Covid, nel 2023 le infezioni sono salite a 2.361 casi segnalati. Ora, tra il 1 febbraio 2024 e il 31 gennaio 2025, quindi in 12 mesi, il morbillo ha colpito 32.265 persone nell’Ue”.

Perché ora e non prima? La controversia sul morbillo

L’aumento dei casi post-pandemia “è attribuito al calo dei tassi di vaccinazione e all’aumento dei viaggi internazionali da parte di individui non vaccinati – spiega Ciccozzi – Le autorità sanitarie sottolineano l’importanza del vaccino contro morbillo, parotite e rosolia, raccomandando che gli individui nati dopo il 1957 che non sono sicuri del loro stato vaccinale, quelli vaccinati tra il 1963 e il 1967 e i viaggiatori internazionali ricevano una dose aggiuntiva come precauzione”.

“Il virus del morbillo è altamente contagioso e può portare a gravi complicazioni, tra cui polmonite, encefalite e morte. La vaccinazione rimane la misura preventiva più efficace. Ma bisogna dirlo con chiarezza. Altro che bufale su soluzioni naturali e contro i vaccini”, continua.

Nel frattempo l’aviaria ‘corre’

Nel frattempo l’influenza aviaria minaccia gli allevamenti statunitensi, non solo quelli di volatili. “L’aviaria è veicolata principalmente dagli uccelli, ma si può trasmettere negli animali da allevamento, con immensi danni economici”, sottolinea Massimo Ciccozzi.

“I virus aviari hanno una grossa capacità di mutare e ricombinare, dando luogo a varianti che in questo caso hanno consentito il passaggio dai volatili ai bovini e anche ai gatti. Il rischio, insomma, c’è per chi lavora a contatto con gli animali e dipende dalla carica viruale e dalle condizioni della persona, come hanno evidenziato i casi verificatisi in questi mesi”, ricorda l’esperto.

I dazi sui farmaci

Morbillo e influenza aviaria evidenziano come la salute umana, ambientale e animale sia interconnessa. “Ma se questo è vero, come ormai è acclarato, e l’approccio deve essere One Health, perchè gli Stati Uniti hanno intenzione di mettere i dazi sui farmaci? Questa scelta non minaccia la salute umana? E non è una discriminazione tra ricchi e poveri? Forse – conclude con amarezza l’epidemiologo – negli Usa non è ancora chiaro il concetto di One Health. La politica non può fare scienza. E viceversa”.

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