Non solo cuore e vasi sanguigni sani. Da un nuovo studio emerge un interessante effetto protettivo della lotta al colesterolo ‘cattivo’. Le persone con bassi livelli di Ldl nel sangue hanno infatti un rischio inferiore di demenza e Alzheimer. È quanto emerge da uno studio pubblicato online sul ‘Journal of Neurology Neurosurgery & Psychiatry’. Che promette di essere molto interessante anche per chi è in cura con le statine.
Che cos’è il colesterolo
Il colesterolo è una sostanza grassa necessaria al corretto funzionamento dell’organismo: partecipa alla sintesi di alcuni ormoni e della vitamina D ed è un costituente delle membrane delle cellule. Prodotto dal fegato, può anche essere introdotto con la dieta.
Colesterolo: basso è meglio, ma senza esagerare
I cardiologi lo dicono da tempo: occhio ai valori dell’Ldl, devono essere bassi per ridurre il pericolo di ictus e infarto. Ebbene, l’uso di statine – farmaci impiegati proprio per imbrigliare il colesterolo – ha regalato un effetto protettivo in più ai pazienti: in caso di livelli ematici inferiori a 1,8 mmol/L (<70 mg/dL), il rischio di demenza è risultato notevolmente ridotto. Ma attenzione: scendere troppo, a livelli inferiori a 0,8 mmol/L (<30 mg/dL), non si è tradotto in un ulteriore riduzione del pericolo di demenza.
Lo studio retrospettivo
Per capire meglio gli effetti neurologici del controllo del colesterolo cattivo gli autori hanno avuto accesso ai dati raccolti da 11 ospedali universitari su pazienti adulti senza precedente diagnosi di demenza seguiti per almeno 180 giorni dopo le analisi dell’Ldl. Così hanno identificato 192.213 persone con livelli inferiori a 1,8 mmol/L (<70 mg/dL) e 379.006 con livelli di LDL-C superiori a 3,4 mmol/L (>130 mg/dL).
L’analisi delle diagnosi successive di demenza ha mostrato che livelli di colesterolo cattivo inferiori a 1,8 mmol/L (<70 mg/dL) erano associati a una riduzione del 26% del rischio di demenza per tutte le cause e del 28% del rischio di demenza correlata al morbo di Alzheimer, rispetto chi aveva valori superiori a 3,4 mmol/L (>130 mg/dL).
L’effetto protettivo contro il declino cognitivo diminuiva però se i livelli di Ldl erano inferiori e alla fine scompariva del tutto.
L’effetto delle statine
L’uso di statine ha conferito una protezione contro la demenza. Tra le persone con livelli di Ldl nferiori a 1,8 mmol/L (<70 mg/dL), la terapia con questi farmaci è associata a una riduzione del 13% del rischio di demenza per tutte le cause e del 12% per la demenza correlata alla malattia di Alzheimer rispetto a chi non prendeva questi medicinali.
La cautela dei ricercatori
Questo è uno studio osservazionale e, in quanto tale, non è possibile trarre conclusioni definitive su causa ed effetto. Gli stessi autori riconoscono inoltre che lo studio presenta alcune limitazioni, tra cui la possibile sottostima dei casi di demenza dovuta a variazioni nell’accuratezza diagnostica tra ospedali.
Tuttavia “bassi livelli di Ldl (<70 mg/dL (<1,8 mmol/L)) sono significativamente associati a un rischio ridotto di demenza, inclusa la demenza correlata al morbo di Alzheimer, con la terapia con statine che fornisce ulteriori effetti protettivi”, scrivono i ricercatori.