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Anche Usa e Uk colpiti dal fenomeno Neet: che succede ai giovani?

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Velasco25 Articolo

Negli Stati Uniti oltre 4 milioni di giovani della Gen Z non frequentano la scuola né lavorano. E anche nel Regno Unito 100mila giovani si sono aggiunti alla schiera dei Neet (letteralmente ‘Not engaged in Education, Employment or Training’). Ma la colpa non è della pigrizia generazionale. Gli esperti si scagliano invece contro le “lauree inutili” e un sistema che “non riesce a mantenere le sue promesse”.

Mentre c’è chi, nella generazione Z, si prende cura di un membro della sua famiglia, sono in molti quelli rimasti bloccati in un mercato del lavoro sempre più complesso, dove le posizioni più ambite stanno diventando irraggiungibili.

Negli Usa, si stima che siano oltre 4,3 milioni i giovani che non frequentano la scuola o non lavorano. Anche nel Regno Unito la situazione sta peggiorando, con un aumento del numero di giovani Neet di oltre 100mila unità solo nell’ultimo anno.

Un podcaster britannico si è spinto a definire la situazione una “catastrofe”, attribuendo la colpa al sistema educativo.

“In molti casi, i giovani sono stati mandati all’università per conseguire lauree inutili che non hanno prodotto nulla”, ha dichiarato la scorsa settimana il commentatore politico, giornalista e scrittore Peter Hitchens. “E starebbero molto meglio se facessero l’apprendistato da idraulici o elettricisti, e potrebbero sperare in una vita molto più soddisfacente”.

Con milioni di giovani Gen Z che si svegliano ogni giorno sentendosi messi da parte, è necessario far suonare un “campanello d’allarme” che si rivolga al mondo dell’istruzione e del lavoro, perché si facciano avanti, spiega a Fortune Jeff Bulanda, vicepresidente di Jobs for the Future.

L’aumento dei Neet e il ruolo dell’istruzione

Non c’è dubbio che alcuni campi di studio offrano una linea più diretta verso una carriera duratura: prendiamo ad esempio il settore sanitario. Solo negli Stati Uniti, nel prossimo decennio si prevede la creazione di oltre un milione di nuovi posti di lavoro netti tra assistenti sanitari a domicilio, infermieri registrati e infermieri professionali.

D’altro canto, milioni di studenti si laureano ogni anno puntando a percorsi di carriera sempre meno chiari. Sebbene il futuro a lungo termine possa essere roseo – con un ritorno medio dell’investimento per una laurea del 681% in 40 anni, sommato alle promesse di un grande trasferimento di ricchezza – potrebbe essere troppo tardi per gli studenti che si ritrovano con prestiti universitari gonfiati in un mercato del lavoro incerto.

Troppo tempo è stato dedicato a promuovere la laurea come l’unico percorso affidabile, nonostante il guadagno sia più irregolare e incerto, afferma Bulanda. Altri percorsi, come quello per professionisti qualificati, dovrebbero essere oggetto di maggiore attenzione.

“È fondamentale che i giovani siano messi in condizione di essere consumatori consapevoli della propria istruzione, dotati delle informazioni necessarie per valutare i costi, la qualità e il valore a lungo termine di ogni percorso disponibile”, afferma Bulanda, che dirige l’ASA Center for Career Navigation.

Lewis Maleh, amministratore delegato di Bentley Lewis, un’agenzia di selezione del personale, sostiene che le università dovrebbero comunicare meglio con gli studenti in merito all’inserimento professionale e alle barriere non accademiche che ostacolano l’ingresso al mondo del lavoro, come il sostegno alla salute mentale e lo sviluppo della resilienza.

“Le università non stanno deliberatamente predisponendo gli studenti al fallimento, ma il sistema non riesce a mantenere la sua promessa implicita”, spiega Maleh a Fortune.

“I dati attuali mettono in discussione l’assunto tradizionale che l’istruzione superiore porti automaticamente alla sicurezza economica”.

Cosa ha causato la crisi dei Neet e cosa si può fare?

L’aumento generali dei prezzi, dall’affitto alla benzina, dalla spesa ai libri di testo, ha messo in crisi la generazione Z. Alcuni giovani hanno persino dovuto rifiutare le offerte di lavoro dei loro sogni perché non potevano permettersi il viaggio o l’abbigliamento da lavoro.

Inoltre, c’è anche chi lotta per trovare un lavoro in un mercato che cambia continuamente a causa dell’intelligenza artificiale. Non c’è dunque da stupirsi che la Gen Z trovi più piacevole il doomscrolling a casa, piuttosto che il navigare in un’economia completamente diversa da quella che i loro insegnanti hanno promesso loro.

L’agenzia delle Nazioni Unite avverte che ci sono ancora “troppi giovani” con carenze di competenze e che non sarà facile motivare milioni di ragazzi a tornare in classe o nella forza lavoro.

Gli sforzi dovrebbero includere l’aumento di possibilità di accesso al mondo del lavoro, come apprendistati e tirocini, soprattutto per i giovani disoccupati, nonché la costruzione di ponti migliori tra industrie e sistemi educativi, afferma Maleh.

Soprattutto, un orientamento professionale migliore e più personalizzato sarebbe fondamentale, secondo Bulanda.

“Quando non sai quali opzioni esistono, nessuno ti aiuta a collegare i puntini. Fare un passo in più sembra allora rischioso o fuori portata: non sorprende che così tanti giovani si fermino”, afferma. “La domanda non è perché si disconnettano, ma perché non abbiamo fatto un lavoro migliore nel riconoscere che i vecchi metodi non funzionano più e che i giovani hanno bisogno di più opzioni e di un supporto migliore per riconoscerle”.

Questo articolo è stato pubblicato originariamente su Fortune.com

Foto GETTY IMAGES

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