In queste ore Verona si sta stringendo attorno alla famiglia del Cavalier Giuseppe Vicenzi, scomparso a 92 anni nella notte del 25 marzo, con gli onori che si devono a un principe Scaligero.
Proprio come un Signore dell’Italia comunale, infatti, il presidente di Vicenzi Group, produttore tra gli altri dei biscotti Grisbì e delle brioches Mr. Day – marchi ereditati dal crack di Parmalat – ha affiancato la sua attività da imprenditore a quello che un tempo sarebbe stato definito mecenatismo. Non è stato solo uno dei leader più lungimiranti del settore dolciario italiano ma anche un promotore attivo della cultura e dello sport nella sua città.
Tutto comincia quando, all’età di 5 anni, inizia a incartare biscotti in quella bottega che la nonna Matilde, nel 1905, aveva ricavato da un piccolo laboratorio di pane e pasticceria, trasformandola solo due anni dopo, nel 1907, nell’azienda che è oggi. “Non arrivavo neanche al tavolo”, avrebbe commentato anni dopo.
Ci entra a tutti gli effetti a 18 anni come responsabile della produzione, quando a gestirla è il padre, Angelo. A 36 anni assume il ruolo di amministratore unico e ne diventa presidente nel 1990, a 58 anni, consacrandosi come “re dei biscotti”, un sovrano illuminato, col sorriso vivace e lo sguardo deciso.
Lo stesso sguardo sul volto della nonna Matilde che ancora oggi compare, con i capelli corvini legati in uno chignon, nel logo dell’azienda e sulle confezioni dei prodotti. Una donna che agli albori del XX secolo, quando il suffragio universale in Italia è stato da poco esteso ai soli uomini, investe sulle proprie capacità diventando un’imprenditrice.
Forte di questa eredità visionaria, negli anni Giuseppe Vicenzi ha fatto numerose scommesse, vincendole tutte, una a una.
C’è quella sulla tecnologia, quando nel 2020 inaugura nello stabilimento di San Giovanni Lupatoto (Verona) una linea produttiva completamente automatizzata, affidata a robot gestiti dall’AI. Quella sulla tutela ambientale quando per la lavorazione dei suoi prodotti decide di fornirsi di cacao proveniente da coltivazioni ad agricoltura sostenibile. E poi quella sulla competitività, quando nel 2015 approda negli Stati Uniti con la Vicenzi Usa e da lì esporta i suoi prodotti in un centinaio di Paesi nel mondo.
“Nostro padre ha dedicato la sua vita a questa azienda, trasformando un piccolo sogno imprenditoriale in una realtà solida e prestigiosa che oggi rappresenta un punto di riferimento nel nostro settore. Con la sua visione, determinazione e instancabile passione, ha costruito non solo un’impresa, ma una vera e propria famiglia professionale. Noi continueremo la sua opera, raccogliendo l’eredità di un uomo che ha sempre creduto nel valore delle persone e nel lavoro”, hanno detto le figlie Giuliana, Valeria e Beatrice.
L’eredità che Giuseppe Vicenzi ha lasciato alla sua città e al suo paese è quella di un’azienda con un fatturato di 130 milioni di euro e tre stabilimenti, due nella provincia di Verona – a San Giovanni Lupatoto e a Bovolone – e uno a Nusco (Avellino).
A incoronarlo ufficialmente “re dei biscotti” è stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che nel 2021 lo nomina Cavaliere del Lavoro. Un titolo ricevuto con commozione e sorpresa.
“Ringrazio tutti coloro che hanno indicato il mio nome per l’alta onorificenza ricevuta, che mi ripaga del grande impegno e della dedizione che ho sempre cercato di mettere nel lavoro. Sono onorato di essere accanto a nomi così prestigiosi dell’imprenditoria nazionale. Non ho mai rincorso nomine o cariche particolari, non sono il tipo ma la sorpresa di questa notizia mi ha veramente emozionato”, aveva dichiarato.
Oltre alla passione per la sua azienda, a guidare la vita di Giuseppe Vicenzi è stato l’amore per la sua città. Si è impegnato nel sociale, supportando numerose realtà benefiche come la Pia Opera Ciccarelli, con la quale ha finanziato la costruzione di un polo scientifico-neurologico, connesso al San Raffaele di Milano. Ha creduto nel valore della Cultura, sostenendo per oltre 40 anni la Fondazione Arena di Verona e il festival lirico estivo.
Ma soprattutto, gli sportivi veronesi legheranno il suo ricordo anche alla presidenza onoraria della Scaligera Basket Verona. Sotto la guida sua e del fratello Mario, il club gialloblù si è aggiudicato la Coppa Italia nel 1991, la Supercoppa del 1996 e la Coppa Korac nel 1998.
“La sua figura, il suo esempio e la sua eredità morale resteranno per sempre patrimonio di Scaligera Basket, della città di Verona e di tutta la nostra comunità sportiva. Alla famiglia giungano le più sentite e sincere condoglianze da parte di tutti noi”, ha dichiarato l’attuale presidente della società cestitistica veronese Gianluigi Pedrollo.
Alle commemorazioni si sono uniti anche il presidente della Regione Veneto Luca Zaia e il sindaco di Verona Damiano Tommasi.
“Giuseppe Vicenzi è stato un grande imprenditore che con la sua azienda ha contribuito alla crescita della città, coniugando tradizione e intuizioni commerciali. Inarrestabile il suo impegno fino agli ultimi momenti della sua vita che l’hanno visto alla guida dell’azienda e nel contempo sempre attento nel custodire i valori della famiglia. La sua figura verrà ricordata anche per l’importante contributo lasciato nello sport veronese e per il ruolo svolto come sostenitore della cultura cittadina e promotore di iniziative di grande valore sociale”, ha detto Tommasi. Questo il tributo commosso di Zaia: “Ci lascia un campione della nostra imprenditoria, un uomo che ha fatto conoscere nel mondo la qualità del Made in Veneto. Con Giuseppe Vicenzi se ne va un grande capitano d’industria, ma non solo[…]. Alla famiglia, ai suoi dipendenti e a coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo vanno le nostre più sentite condoglianze”.