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Hyundai Ioniq 5 N: prove tecniche di futuro

Hyundai Ioniq 5.
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Velasco25 Articolo

La storia della nuova Hyundai Ioniq 5 N, in realtà, non inizia esattamente oggi. Inizia nel 1971, anno in cui la prima Fiat 127 comparve nelle concessionarie italiane. Forse nemmeno il suo ideatore Pio Manzù, figlio dello scultore Giacomo, immaginava che quell’auto sarebbe diventata la mamma, anzi la nonna di tutte le cosiddette vetture a “due volumi” di cui attualmente le concessionarie strabordano (leggi Golf, Audi A3 e soci).

Quando venne presentata al Salone di Torino come erede della 850, la Fiat 127 non riscosse un successo immediato di pubblico, benché i suoi meriti non tardarono a rivelarsi: tanto per cominciare era facile da parcheggiare poiché più corta di una classica berlina a tre volumi, ma soprattutto reclinando magicamente i sedili posteriori offriva la possibilità di caricare una montagna di bagagli oltre a oggetti ingombranti.

L’impatto della Fiat 127

Come detto, la Fiat 127 debuttò nelle concessionarie nel 1971 ad un prezzo di listino (preparate i fazzoletti) di 920.000 lire. Per i successivi 15 anni rimase saldamente nella top ten delle auto più vendute, collezionando nella sua carriera qualcosa come 5,1 milioni di unità prodotte.

Dopo di lei, arrivarono tutte le altre due volumi, magari più grandi, più lunghe o più corte, sicuramente tecnologicamente più avanzate e performanti, ma sostanzialmente e rigorosamente a ‘due volumi’, proprio come la loro progenitrice.

La Hyundai Ioniq 5

Non è sfuggita a tale discendenza nemmeno una vettura avveniristica e full electric come la Hyundai Ioniq 5, di cui abbiamo provato su strada la versione N, quella cioè più spinta e aggressiva. Come in tutte le automobili, soprattutto di un certo tipo, è il primo sguardo quello che conta. E il primo sguardo, in questo caso, è meno rivelatore della battuta di un vicino di semaforo: “Ma che cos’è, la macchina di Ritorno al futuro?”.

Ecco dove l’avevamo vista. Sì certo, non ha gli sportelli ad ali di gabbiano e anche il colore non è lo stesso, ma tutti quegli spigoli ci rimandano di colpo al film di Zemeckis. E poi un fatto: basta schiacciare sull’acceleratore per generare quello stesso effetto ‘fumo’ della DeLorean di Emmett ‘Doc’ Brown.

Le caratteristica della vettura

In quei pochi secondi che servono a proiettarci a 100 km/h, schiacciati come sottilette al sedile capiamo d’un tratto il significato della lettera N che campeggia sul portellone posteriore. N come Nürburgring, sede del Centro Prove Europeo di Hyundai, che ha messo alla prova la Ioniq 5 N sui 21 km del leggendario circuito tedesco.

La scheda tecnica del resto parla chiaro: capacità della batteria di 84.0 kWh, potenza portata a 609 Cv e coppia a 740 Nm, velocità massima di 260 orari e scatto da 0 a 100 in soli 3,5 secondi. Il tutto con una autonomia di 448 km. A tanta potenza viene in soccorso un sistema di frenata rigenerativa ispirato al motorsport, che abbiamo potuto testare per le vie di Roma.

Le prestazioni della vettura

Nello specifico trattasi del N Brake Regen, un sistema che attraverso una mostruosa forza decelerante (0,6 G) è capace di migliorare la frenata dell’auto in maniera decisiva. La Ioniq 5 N è dotata anche di sospensioni a controllo elettronico (ECS): chi sta al volante può regolarne la rigidità in base alla modalità di guida per ottimizzare la reazione dell’auto di fronte alle varie condizioni del terreno, compresi i rinomati ‘sanpietrini’ e le buche della capitale.

Ma in generale è l’abitacolo nel suo complesso ad esser stato declinato alla sportività e al mondo delle corse. Chi comanda sono prima di tutto le esigenze del guidatore: di qui la comparsa di sedili sportivi con una posizione di seduta più bassa, un nuovo volante con pulsanti Normal, Eco e Sport, e una console centrale fissa con imbottitura poggia-ginocchia.

La sostenibilità

Molta attenzione è stata posta all’aspetto sostenibilità, attraverso l’uso di materiali eco-compatibili come le finiture delle portiere in paperette riciclabile (un materiale che assomiglia alla carta) o come il filato in bio PET ricavato dalla canna da zucchero. Ma anche con l’utilizzo, in alcune colorazioni, di vernice a pigmenti di pneumatici riciclati.

Tecnologia e innovazione

Nel frattempo il passeggero anteriore, se non è ancora morto di infarto, può spassarsela con il Connected Car Navigation Cockpit, un sistema che vede la combinazione di uno schermo di infotainment e di un Head-Up Display a realtà aumentata. Comodissima inoltre nell’uso quotidiano è la Digital Key 2, che elimina la necessità di chiavi tradizionali grazie alla tecnologia UWB (Ultra-Wide Band).

Simile a una chiave intelligente, funziona a pochi metri di distanza. L’auto si sblocca senza dover tenere il telefono vicino alla maniglia dello sportello, mentre per accendere non serve posizionare il cellulare sulla piastra di ricarica wireless: basta premere il freno e il pulsante start.

Insomma una meraviglia non solo di prestazioni, ma anche di tecnologia e innovazione, un’auto che sembra arrivare dal passato ma che in realtà annuncia un futuro imminente. Il prezzo di listino con cui Hyundai l’ha spedita nelle concessionarie? Circa 77.000 euro, più qualche optional sparso qua e là.

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