Per rispondere alla grave crisi delle uova, gli Stati Uniti di Donald Trump hanno chiesto aiuto anche al Veneto, la prima regione d’Italia per produzione. Ogni anno, infatti, dagli allevamenti veneti arrivano sul mercato 2 miliardi di uova, il 26% del totale del nostro Paese. A causa dell’ondata di influenza aviaria che sta colpendo il Paese – e che ha portato all’abbattimento di milioni di galline ovaiole – gli scaffali dei supermercati americani sono quasi vuoti e il prezzo delle confezioni è salito fino a raggiungere gli 8 dollari per dozzina: un aumento del 59% rispetto a febbraio dello scorso anno.
Gli appelli ai Paesi europei…
Con la Pasqua cristiana e quella ebraica alle porte, Washington si era già rivolta alla Danimarca e ad altri Paesi europei chiedendo di consentire l’esportazione di uova per far fronte all’emergenza. La richiesta del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (Usda) arrivava però in concomitanza alla serie di nuovi dazi annunciati dagli Usa, in una sfida commerciale che sembra essere solo agli inizi.
… e al Veneto
Gli Stati Uniti si stanno quindi muovendo per cercare di migliorare il loro approvvigionamento di uova fresche. Da qui l’appello dell’ambasciatore Usa anche al Veneto. “Quando ho ricevuto la telefonata pensavo di essere su Scherzi a parte” – ha detto Gian Luca Bagnara al Corriere della Sera riferendosi all’appello degli Usa. Il presidente nazionale di Assoavi e del gruppo di lavoro uova e pollame del Copa-Cogeca a Bruxelles, ha comunque risposto che sarebbe stato “avviato un monitoraggio, per vedere se è possibile dare una mano, garantendo gli impegni presi con il nostro mercato”. “Sono arrivate molte richieste agli imprenditori agricoli veneti, da Verona a Padova”, dice all’Ansa Michele Barbetta, presidente del settore avicolo di Confagricoltura Veneto. Il problema è che anche nella prima regione italiana per produzione – seguita da Lombardia ed Emilia-Romagna – la situazione rimane complessa: “Pure noi siamo al limite con la produzione – continua Barbetta – e non possiamo garantire un approvvigionamento. L’epidemia aviaria è stata pesante anche in Italia, ma non come negli Stati Uniti”. Nel nostro Paese infatti sono state abbattute, dall’autunno scorso, 4 milioni di galline ovaiole su 41 milioni, concentrate principalmente negli allevamenti veneti, lombardi ed emiliano-romagnoli, con una perdita stimata in 1,4 miliardi di uova su un totale di 14 miliardi.
Le uova come “strumento politico”
Secondo Bagnara, “fornire uova agli Usa potrebbe essere un’occasione per aprire nuove prospettive” e quindi “diventare uno strumento politico”. Anche Federico Caner, assessore regionale all’Agricoltura ha detta la sua sulla vicenda: “Mi fa piacere che gli Stati Uniti si rivolgano al Veneto. Noi in un contesto di economia globale per l’agroalimentare forniamo volentieri le uova, ma la situazione è complessa”. E agli americani ricorda: “Il mercato è mondiale e senza confini e questa ne è l’ennesima dimostrazione. Gliene facciamo memoria una volta di più visto che parlano di dazi”.