Svezia e Norvegia tornano al contante per il timore di subire cyberattacchi alle infrastrutture per i pagamenti digitali. Le autorità dei due Paesi scandinavi stanno infatti incoraggiando i cittadini a ricorrere al cash come difesa.
Secondo il rapporto annuale sui pagamenti della banca centrale, pubblicato questo mese, Svezia e Norvegia hanno il volume di contanti in circolazione più basso del mondo se rapportato al Pil.
Come riporta il Guardian, in Svezia solo un acquisto su 10 viene effettuato in contanti e la carta è la forma di pagamento più comune, seguita dal sistema di pagamento Swish, lanciato da sei banche nel 2012 e ora onnipresente, con anche altri servizi di pagamento tramite cellulare che stanno crescendo rapidamente. L’inversione di marcia legata alla decisione di guardare al contante è perciò evidente.
Ma da dove arriva la scelta di tornare alle banconote? Dalla paura appunto. Con la guerra alle porte dell’Europa, l’imprevedibilità degli Stati Uniti e soprattutto la minaccia di attacchi ibridi russi, la vita senza contanti dei cittadini svedesi non si sta rivelando facile e serena come prometteva di essere.
A novembre il ministro della Difesa svedese ha inviato ai una serie di disposizioni da seguire dal titolo ‘Se arriva una crisi o una guerra’. Stando ancora al Guardian, una di queste era legata proprio all’uso dei contanti: si consigliava di usarli regolarmente e anche di fare una piccola scorta per la spesa, preferibilmente con banconote di taglio diverso. L’obiettivo? Essere più preparati nel caso di un cyberattacco che avrebbe reso impossibili i pagamenti elettronici.
E poi c’è la Norvegia. L’anno scorso nel Paese – che ha un equivalente di Swish molto popolare chiamato Vipps MobilePay – è stata introdotta una legge che prevede multe o sanzioni per chi non accetta contanti. E il governo ha anche raccomandato ai cittadini di “tenere un po’ di contanti a portata di mano a causa della vulnerabilità delle soluzioni di pagamento digitale agli attacchi informatici“.