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Bellezza: la chirurgia plastica e l’effetto delle app di dating

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Adyen Articolo
Velasco25

Anche la ricerca dell’anima gemella è diventata tech. A dimostrarlo è il successo delle app di dating, utilizzate per trovare l’amore da 323 milioni di persone in tutto il mondo. Se in molti ormai conoscono coppie nate grazie a queste applicazioni, c’è da dire che le soluzioni tech stanno impattando sul desiderio di bellezza, alimentando una vera e propria ossessione per la chirurgia plastica.

Insomma, non ci basta più ‘ritoccare’ le foto del profilo: complice la vetrina digitale, il bisturi – reale o virtuale – diventa una tentazione quasi irresistibile.

Bellezza, blefaro senza bisturi e medicina rigenerativa

Chirurgia plastica per amore?

Ad accendere i riflettori sul fenomeno, declinato bisogna dirlo soprattutto al femminile, è uno studio condotto dai ricercatori dell’University of South Australia. Gli scienziati hanno scoperto che le utenti di app di incontri sono molto più propense a sottoporsi a procedure di chirurgia plastica (e, naturalmente, a modificare digitalmente il loro aspetto su tablet e smartphone) rispetto alle coetanee che non ricorrono al ‘Cupido digitale’. Magari per adeguarsi ai canoni di bellezza di celebrità e influencer.

Secondo Naomi Burkhardt, che ha guidato lo studio pubblicato su ‘Computers in Human Behaviour’, la crescente popolarità delle app di incontri ha ridotto lo stigma che circondava chi ne fa uso con la speranza di trovare l’amore, e questo è un bene. Ma c’è un aspetto negativo. “La natura delle app di incontri, che danno priorità ai profili con foto, esercita una pressione significativa sugli utenti affinché si presentino in modo idealizzato e non autentico”, afferma Burkhardt. Anche grazie alla chirurgia plastica.

I trattamenti di bellezza più gettonati

Insomma, l’enfasi sull’aspetto fisico di queste soluzioni tech gioca un ruolo importante nell’influenzare il 20% delle donne a cambiare (davvero) volto. Come? Le soluzioni più gettonate sono filler dermici e iniezioni antirughe. Ma c’è chi chiede di più.

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Nel loro lavoro i ricercatori hanno intervistato 308 australiane tra 18 e 72 anni , scoprendo che quasi la metà aveva utilizzato un’app di incontri negli ultimi due anni. Una su cinque ha riferito di essersi sottoposta ad almeno una procedura estetica.

Non solo: le donne che utilizzavano app di incontri avevano atteggiamenti significativamente più positivi nei confronti della chirurgia plastica rispetto alle altre. E anche quelle che si erano limitate a cambiare aspetto grazie a ritocchi virtuali sono risultate più propense a prendere in considerazione l’idea di sottoporsi a procedure estetiche.

La sfida della sicurezza e la risposta italiana

Un tema interessante anche in Italia, dove drammatici episodi di cronaca hanno acceso i riflettori sull’importanza di consapevolezza e sicurezza quando ci si approccia a questi trattamenti. A ricordarlo è la Sicpre (Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva Rigenerativa ed Estetica), che invita ad evitare le banalizzazioni e a diffidare da chi illustra interventi e risultati senza spiegare rischi e possibili eventi avversi. Il fatto è che spesso, soprattutto sui social, si utilizzano espressioni fuorvianti che alimentano l’idea di soluzioni facili e senza rischi. Ma la chirurgia estetica è anzitutto chirurgia – ricordano gli specialisti – e va approcciata con serietà.

Primo passo? Per gli esperti Sicpre è importante comunicare correttamente: per questo è stato ideato Plasticamente, un video-podcast disponibile sui canali social della società scientifica e pensato per raggiungere il grande pubblico. Il nome viene da “chirurgia plastica e mente, a indicare scelte meditate e consapevoli”, ha detto Maurizio Ressa, presidente della Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva Rigenerativa ed Estetica. Protagonisti, chirurghi plastici chiamati ad analizzare i temi diversi sotto tutti gli aspetti possibili, dalla formazione degli stessi specialisti agli interventi chirurgici raccontati correttamente. Insomma, il desiderio di bellezza passa per la consapevolezza.

Il lato oscuro di tecnologie e social

Perchè banalizzare questo tipo di procedure è un errore. Ma dai nostri schermi arrivano anche altri pericoli. Oltre alle pressioni per migliorare col bisturi l’aspetto fisico, le app di incontri potrebbero anche essere in parte responsabili di un aumento dell’insoddisfazione corporea, dei disturbi alimentari, dell’ansia e della scarsa autostima tra le donne.

Allora come tutelarsi? Lauren Conboy, coautrice della ricerca  UniSA, suggerisce diversi possibili interventi per affrontare gli impatti psicologici delle app di incontri, tra cui l’inserimento di nuuove funzionalità che promuovono l’autenticità. “Si potrebbe prendere in considerazione l’introduzione di più algoritmi di abbinamento basati sulla personalità, per ridurre l’enfasi sull’aspetto fisico”, dice. Insomma, la sfida per il mondo del tech è aperta.

Il futuro della bellezza… se la scintilla scoppierà online

Un tema interessante, dal momento che gli incontri online sono diventati sempre più popolari negli ultimi anni. Un trend destinato a continuare: secondo il sito di incontri eHarmony entro il 2040 oltre il 70% delle relazioni inizierà online.

La trovate una prospettiva inquietante? Ebbene, il coautore della ricerca australiana, John Mingoia, docente di psicologia, ricorda che le app di incontri hanno il potenziale per creare ambienti più sani, in cui gli utenti possono connettersi senza sentire il bisogno di conformarsi a standard di bellezza irrealistici.

“Spero – è l’auspicio di Mingoia – che questa ricerca possa alimentare studi futuri per sviluppare interventi volti a migliorare l’autenticità dell’uso delle app di incontri e a supportare i professionisti nell’identificare le motivazioni che spingono le donne a cambiare il proprio aspetto”. Passando per la chirurgia plastica con la speranza di sconfiggere la solitudine.

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