Deve il suo nome a un console romano vissuto intorno al 330 d.C. che, grazie alle virtù dimostrate sul campo, si era assicurato il favore dell’imperatore Costantino l’ospedale che da tre secoli assicura assistenza e cura ai più fragili nella Capitale. San Gallicano fu infatti nella prima parte della sua vita il console Flavio Gallicano: divenuto uomo di Dio, si dedicò all’assistenza dei pellegrini, dei poveri e degli infermi.
La stessa missione dell‘Antico Ospedale San Gallicano che da lui prende il nome e che ha celebrato i suoi primi 300 anni circondato dal calore dei romani, incassando il plauso delle istituzioni.
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L’Ospedalone pilastro della cura
L’anniversario “non è solo una celebrazione, ma la riaffermazione di una missione, quella del Servizio Sanitario Nazionale tutto, che si evolve in risposta alle sfide del nostro tempo”, ha osservato il ministro della Salute Orazio Schillaci.
Da secoli, l’Ospedalone, come affettuosamente lo hanno soprannominato i trasteverini, rappresenta un pilastro dell’assistenza. “Tre secoli dopo il San Gallicano è ancora qui. Anche i poveri, i migranti e i rifugiati ci sono ancora e il bisogno di cure e di assistenza sociosanitaria è una realtà sempre presente per il Servizio Sanitario Nazionale e Regionale”, ha rilevato il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, celebrando la prima struttura al mondo “nata per occuparsi delle malattie della pelle e delle persone più fragili”.
L’evoluzione del San Gallicano
Nel corso del tempo, la governance è cambiata: gli Istituti Fisioterapici Ospitalieri (IFO) gestiscono gli Irccs Istituto Nazionale Tumori Regina Elena e l’Istituto Dermatologico San Gallicano (ISG), appunto. Al suo interno operano l’Istituto Nazionale per la Promozione della Salute delle Popolazioni Migranti e per il Contrasto delle Malattie della Povertà (Inmp) e la Comunità di Sant’Egidio, da sempre impegnata nell’accoglienza e nella solidarietà.
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“La formidabile storia del San Gallicano ci insegna come ogni essere umano sia unico e irripetibile. Una lezione – ha ricordato Rocca – che ho avuto sempre chiara dentro di me, anche in ragione del bagaglio personale e professionale che mi contraddistingue e che continuerò a mettere al servizio della Regione Lazio”.
Un luogo in cui nessuno è straniero
“Occorre una nuova creatività per rivolgerci ai più deboli e ai più fragili. Il San Gallicano può rappresentare questa spinta di passione verso i deboli e verso chi viene da altri Paesi in cerca di un futuro in Italia. Qui nessuno è straniero”, ha dichiarato Monsignor Vincenzo Paglia.
Un po’ di storia
Fondato 300 anni fa, il San Gallicano fu da subito un punto di riferimento nella dermatologia e venereologia, oltre che un modello architettonico d’avanguardia. Riconosciuto Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (Irccs) nel 1939, ha continuato a evolvere e nel 2000 la crescente necessità di spazi dedicati alla ricerca e all’assistenza specialistica ha portato al trasferimento nella moderna sede dell’Eur.
“Rappresento con orgoglio il San Gallicano di Roma – ha detto Livio De Angelis, direttore generale Ifo – uno dei primi ospedali d’Europa e sicuramente il primo che fin da subito ha rappresentato i principi fondamentali che devono ispirare la sanità pubblica: equità delle cure, gratuità e responsabilità per il diritto a essere curati. Questi principi fondamentali vivono ancora oggi”.