PGIM_970x250_HEADER

Dolce: nel cervello l’interruttore che impedisce di dire no al dessert

dolce desiderio
Adyen Articolo
Velasco25

Anche voi avete sempre spazio per il dessert? Per scoprire come mai è così difficile dire di no al dolce, anche dopo un pasto che ci ha riempito lo stomaco, un team di ricercatori del Max Planck Institute for Metabolism Research ha messo sotto i riflettori il cervello dei topolini.

Studiando la reazione degli animaletti allo zucchero, gli scienziati hanno scoperto che anche i topi sazi mangiavano comunque il dolce. Come mai? La causa, riferiscono in uno studio su ‘Science’, si cela in un gruppo di cellule, i neuroni POMC. Quando questi neuroni diventano attivi – cosa che accade non appena ai topi viene dato la possibilità di gustare dello zucchero – il loro appetito si ri-accende, regalando agli animaletti anche una sensazione di benessere.

Come una droga

Un po’ come con una droga: se i topi sazi mangiano zucchero, le cellule nervose nel loro cervello non solo rilasciano le molecole che stimolano (finalmente) la sazietà, ma anche uno degli oppiacei prodotti dal nostro organismo: la ß-endorfina. Questo agisce su altre cellule nervose innescando il desiderio di una ricompensa, cosa che spinge gli animali a mangiare dolce anche oltre la sazietà.

Attenzione: il meccanismo che – non a caso – coinvolge il percorso degli oppioidi nel cervello, si attiva solo nel caso dello zucchero e non con del cibo normale o grasso. Quando i ricercatori hanno bloccato il meccanismo, i topi sazi hanno evitato di mangiare zucchero in più. Negli animaletti affamati, invece, l’inibizione non ha avuto alcun effetto.

Non solo: il meccanismo si attiva quando si percepisce la presenza dello zucchero, dunque già prima di mangiarlo. Inoltre gli scienziati hanno scoperto che questo oppiaceo veniva rilasciato anche nel cervello dei topi che non avevano mai assaggiato lo zucchero prima. Non appena la prima soluzione dolce entra nella bocca degli animali, la ß-endorfina veniva rilasciata nella regione cerebrale della “passione per il dessert”.

Cosa succede negli esseri umani?

Per capire se il meccanismo fosse attivo anche nell’uomo, gli scienziati hanno eseguito scansioni cerebrali su alcuni volontari che avevano assaggiato una soluzione zuccherina. Così hanno scoperto che nei volontari si ‘accendeva’ la stessa area del cervello, ricca di recettori degli oppioidi vicini ai neuroni della sazietà.

“Da una prospettiva evolutiva, tutto questo ha senso: lo zucchero è raro in natura, ma fornisce energia rapida. E il cervello è programmato per controllare l’assunzione di zucchero ogni volta che è disponibile”, spiega su ‘Science’ Henning Fenselau, responsabile del gruppo di ricerca presso il Max Planck Institute for Metabolism Research.

I risultati potrebbero anche essere importanti per il trattamento dell’obesità. “Esistono già farmaci che bloccano i recettori degli oppiacei nel cervello, ma la perdita di peso è inferiore rispetto a quelle ottenute con le iniezioni di soppressori dell’appetito. Riteniamo che una combinazione con queste o altre terapie potrebbe essere molto utile”, conclude lo studioso.

Stress: una tazza di cacao o tè verde contro i danni dei cibi grassi

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.