Il rublo è salito la scorsa settimana, aggiungendosi alle grandi conquiste ottenute dall’inizio dell’anno, grazie alle pressioni del Presidente Donald Trump per i colloqui volti a porre fine alla guerra della Russia contro l’Ucraina.
Il rublo ha registrato un forte rialzo grazie ai segnali che indicano che il presidente Donald Trump sta cercando di porre rapidamente fine alla guerra triennale della Russia contro l’Ucraina.
Venerdì ha avuto un balzo del 3,7% a 90,50 contro il dollaro USA, dopo essere salito del 2,6% giovedì. Questo è avvenuto dopo la notizia di mercoledì che Trump ha avuto una lunga telefonata con il presidente russo Vladimir Putin, in seguito alla quale il presidente degli Stati Uniti ha dichiarato che i negoziati sulla guerra in Ucraina sarebbero iniziati immediatamente.
Sempre mercoledì, il rublo è salito del 3% dopo che la Russia ha rilasciato l’insegnante americano Marc Fogel, arrestato nel 2021. Le mosse si sono aggiunte ai guadagni precedenti che hanno fatto salire il rublo del 20% dall’inizio dell’anno, invertendo un precedente crollo verso la fine del 2024.
Gli investitori si aspettano un miglioramento dei legami tra Stati Uniti e Russia sotto la guida di Trump, che si è mostrato scettico sull’entità degli aiuti militari all’Ucraina e critico nei confronti degli alleati della NATO.
Nel fine settimana, è stato riferito che Trump sta inviando in Arabia Saudita alti funzionari della sicurezza nazionale per colloqui con le controparti russe.
Verso la revoca delle sanzioni?
La fine della guerra potrebbe portare alla revoca delle sanzioni contro Mosca, che è stata in gran parte esclusa dal sistema finanziario globale e ha visto congelate le sue riserve valutarie.
L’alleggerimento delle sanzioni potrebbe anche incrementare le esportazioni di petrolio e gas, consentendo allo stesso tempo maggiori importazioni, attenuando i colli di bottiglia in un’economia russa che è stata messa a dura prova dalla limitata disponibilità di tecnologia occidentale.
Nel frattempo, i funzionari europei hanno espresso preoccupazione per il fatto che i negoziati stiano andando avanti a gonfie vele, lasciandoli potenzialmente in disparte, anche se la Casa Bianca ha dichiarato che Trump è stato in contatto con i leader europei.
Le preoccupazioni di Europa e Nato
Tuttavia, descrivendo i suoi colloqui con Trump sui piani statunitensi per porre fine alla guerra, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che non è stata fatta menzione circa il bisogno che l’America ha dell’Europa
“Questo la dice lunga”, ha detto Zelensky alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco. “I vecchi tempi sono finiti, quando l’America sosteneva l’Europa solo perché l’aveva sempre fatto”.
Ha anche avvertito che la Russia si stia preparando a “scatenare una guerra” contro la Nato se Trump indebolirà il sostegno degli Stati Uniti all’alleanza.
Il commento ha fatto eco alle preoccupazioni che un minore sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina possa incoraggiare Putin a mettere in difficoltà la Nato sulla sua volontà di difendere l’alleanza.
“Se Putin continua, la Nato sarà messa alla prova”, ha dichiarato a Bloomberg il ministro degli Esteri estone Margus Tsahkna.
Questa storia è stata originariamente pubblicata su Fortune.com