Si dice che Kansas City in agosto sia più calda di due topi in un calzino di lana, ma a quanto pare le temperature in aumento dovute al cambiamento climatico stanno alimentando anche una crescita esponenziale della popolazione globale dei ratti. Il clima più caldo aumenta il tempo a loro disposizione per riprodursi, mettendo le città in difficoltà.
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L’ultimo capitolo della guerra secolare di New York contro i topi vede la metropoli impegnata in ogni modo contro il problema, dall’applicazione di nuove leggi sui rifiuti, all’arruolamento di bande di cacciatori di topi vigilanti, all’introduzione di anticoncezionali per i roditori. Ma mentre la città più grande degli Stati Uniti potrebbe guadagnare terreno nella battaglia contro i topi, la lotta globale sta diventando molto più dura, grazie ai problemi creati dagli stessi esseri umani, suggerisce una nuova ricerca.
Le temperature in aumento e un numero maggiore di persone che vivono in ambienti denamente popolati sono destinati ad aumentare la presenza di topi in alcune delle città più importanti del mondo, almeno secondo uno studio pubblicato la scorsa settimana su Science Advances. Questa è una cattiva notizia per un futuro in cui si prevede che il cambiamento climatico in corso spingerà le temperature già elevate ancora più in alto. “Più le città diventano calde, più velocemente aumentano le loro popolazioni di ratti”, ha detto a Fortune l’autore principale della ricerca, Jonathan Richardson, professore associato di biologia presso l’Università di Richmond.
Richardson e i suoi coautori hanno scoperto che 11 delle 16 città del mondo per cui hanno ottenuto dati hanno visto crescere le loro popolazioni di ratti nell’arco di un decennio, con New York, Washington, D.C. e Amsterdam in testa. Le città in cui le temperature stavano aumentando più rapidamente hanno mostrato i maggiori aumenti di roditori. Anche gli alti tassi di urbanizzazione (definiti come bassi tassi di spazi verdi) e le popolazioni maggiori erano legate a più ratti, hanno scoperto i ricercatori.
Solo tre città, New Orleans, Louisville e Tokyo hanno visto diminuire le popolazioni di ratti in questo periodo, ha detto Richardson. Essendo forse il mammifero di maggior successo nella colonizzazione del globo dopo l’Homo sapiens, il topo è da sempre nemico degli umani. Compagni costanti delle persone fin dai primi insediamenti urbani migliaia di anni fa, i roditori si sono metastatizzati in un problema da ben 27 miliardi di dollari all’anno solo negli Stati Uniti, danneggiando i raccolti, masticando i fili, diffondendo almeno 50 malattie distinte e distruggendo i prati, per citare solo alcuni problemi.
Il clima più caldo, soprattutto in inverno, offre ai ratti maggiori opportunità di procurarsi cibo e una finestra riproduttiva potenzialmente più lunga, hanno osservato i ricercatori. “Un ratto non va in letargo, quindi se ha solo un giorno o due per uscire dal terreno e rifornire la riserva di cibo nella sua tana, ciò può rafforzare la sua sopravvivenza e portare a più topi neonati in primavera”, ha affermato Richardson.
Pensiamo solo che un ratto femmina può produrre una cucciolata di una dozzina o più piccoli ogni mese. “Questa specie è squisitamente adattabile alla riproduzione”, ha detto Richardson. L’altro problema è il loro status di mammiferi commensali, ovvero che vivono accanto alle persone, “nutrendosi delle nostre risorse e sfruttando il nostro disordine”.
Nello studio su Science Advances, gli ambienti più urbanizzati, definiti come quelli con meno spazi verdi, sono stati il secondo fattore più importante dietro l’aumento dei ratti dopo la crescita delle temperature. Tutto ciò significa che, per affrontare efficacemente il problema, le città devono adottare un approccio più proattivo, ha detto Richardson: invece di cercare di avvelenare i roditori, dovrebbero rendere gli ambienti di vita più ostili ai ratti eliminando il cibo facile e i comodi quartieri di riproduzione.
A questo proposito, l’esperto ha elogiato gli sforzi di New York per mettere la spazzatura in contenitori sicuri e limitare il tempo in strada prima della raccolta. Un primo sforzo nell’Upper Manhattan ha mostrato risultati positivi e si sta espandendo in più quartieri, ha osservato. Le città potrebbero anche incoraggiare i proprietari di case a pulire le loro proprietà per renderle inospitali per i topi, multando coloro che non rispettano le regole.
“L’igiene è la strategia numero uno che possiamo usare efficacemente per limitare i topi”, ha aggiunto. “Qualsiasi piano di gestione dei roditori cittadini che non inizi con l’igiene e la rimozione dei rifiuti è destinato a fallire”.
L’articolo originale è su Fortune.com
FOTO: GETTY IMAGES