Ricordate Julia Roberts in Pretty Woman, nascosta in bagno dopo il brindisi con fragole e champagne per passare il filo interdentale? Prendersi cura del proprio sorriso non è utile solo per la salute della bocca, ma anche per ridurre il rischio di ictus.
Sappiamo che problemi a denti e gengive possono essere spia di importanti patologie come aritmie o diabete, ma ora da una maxi-ricerca americana arriva una buona notizia per i fedeli del filo interdentale. Le persone che usano questo dispositivo una o più volte alla settimana, possono infatti proteggersi da una patologia insidiosa, associata al battito cardiaco irregolare. E non di poco. Non solo: i vantaggi di questa buona abitudine sembrano indipendenti da altri aspetti come l’uso dello spazzolino. Insomma, per i ricercatori non c’è dubbio: il filo interdentale è un’abitudine sana, conveniente, facile da adottare e accessibile ovunque, che oltretutto fa bene anche alla salute del cervello.
Ma vediamo meglio cosa ci dice questa ricerca preliminare, che sarà presentata all’International Stroke Conference 2025 dell’American Stroke Association in programma a Los Angeles dal 5 al 7 febbraio. Un incontro che attirerà da tutto il mondo ricercatori e clinici impegnati nella ricerca e cura dell’ictus.
Le malattie dei denti
Vediamo prima qualche numero. Nonostante i progressi, “un recente rapporto sulla salute globale ha rivelato che malattie come la carie non curata e le patologie gengivali hanno colpito 3,5 miliardi di persone nel 2022“, ha ricordato l’autore principale dello studio Souvik Sen, presidente del Dipartimento di neurologia, Prisma Health Richland Hospital e University of South Carolina School of Medicine a Columbia. “Il nostro obiettivo era determinare quale comportamento di igiene orale, tra uso del filo interdentale, spazzolino o visite regolari dal dentista, avesse il maggiore impatto sulla prevenzione dell’ictus”.
Il maxi-studio
Il lavoro è stato condotto attraverso un questionario strutturato proposto a oltre 6.000 persone. Tra coloro che hanno riferito di usare il filo interdentale, 4.092 non avevano avuto un ictus e 4.050 non avevano ricevuto una diagnosi di battito cardiaco irregolare (evvero fibrillazione atriale).
Ai partecipanti sono stati chiesti dati su pressione alta, diabete, colesterolo alto, fumo, indice di massa corporea, istruzione, pulizia dei denti e visite dal dentista. Durante ben 25 anni di follow-up, 434 partecipanti sono stati affetti da ictus. Inoltre, 1.291 soggetti hanno manifestato una fibrillazione atriale.
I risultati
Le analisi condotte dai ricercatori hanno mostrato che l’uso del filo interdentale è associato a un rischio inferiore del 22% di ictus ischemico, del 44% di ictus cardioembolico e del 12% di fibrillazione atriale. Un ‘effetto scudo’ risultato indipendente dall’utilizzo regolare dello spazzolino e dalle visite dentistiche di routine o da altri comportamenti di igiene orale.
E c’è di più: aumentare la frequenza dell’uso del filo interdentale comportava una maggior riduzione del rischio di ictus. Oltre che, naturalmente, di carie e malattia parodontale. Gli stessi ricercatori sono rimasti sorpresi dalla riduzione della fibrillazione atriale.
Denti e infiammazione
Ma come mai passare il filo fra dente e dente ha un effetto protettivo anche sul cervello? “I comportamenti di salute orale sono collegati all’infiammazione e all’indurimento delle arterie. L’uso del filo interdentale può ridurre il rischio di ictus contrastando le infezioni a livello della bocca e l’infiammazione e incoraggiando altre sane abitudini”, ha sottolineato Sen. “Molte persone hanno affermato che le cure dentistiche sono costose. Usare il filo interdentale è un’abitudine sana che è facile da adottare, conveniente e accessibile ovunque”.
Certo, servono ulteriori ricerche per confermare i risultati di questo lavoro, che – lo ricordiamo – non è ancora stato pubblicato. Ma i risultati incoraggiano davvero a seguire i consigli dei dentisti e adottare questa buona abitudine, alleata di sorriso e cervello.