Martin “Marty” Makary, chirurgo oncologo alla Johns Hopkins University, è appena stato nominato dal presidente Donald Trump a capo della Food and Drug Administration (Fda), l’agenzia americana che supervisiona e regolamenta non solo tutto il mondo pharma, dei vaccini, dei biologici e dei device medici, ma si occupa anche di cosmetici, tabacco, sicurezza alimentare e alimentazione.
È dunque una figura chiave del quadrumvirato della Salute dell’era Trump (composto per ora da Marty Makary, Robert P. Kennedy Jr, Segretario del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani e dalla quarantasettenne Janette Nesheiwat, che sarà il prossimo Surgeon General; mentre la casella di direttore dei CDC deve essere ancora assegnata).
A precedere il nuovo capo della Fda è la sua fama di disruptor innovativo e di critico feroce del medical establishment americano, ma anche della food industry a stelle e strisce. Per questo sono in molti a stare col fiato sospeso in queste ore. L’assunto dal quale parte Makary è che la società americana sia ipermedicalizzata e, al tempo stesso, una delle più malate del pianeta, principalmente a causa del cibo ‘avvelenato’ di cui si nutre. E Makary sembra avere le idee piuttosto chiare su come agire per correggere derive e storture che hanno portato a questo disastro, alla base dell’epidemia di malattie croniche che affliggono gli americani, fin da ragazzi.
Un curriculum doc
Di Makary tutto si può dire fuorché che sia un parvenu della scienza o un esaltato. Le sue idee sono, al contrario, molto evidence based e solide dal punto di vista scientifico. E il suo curriculum è a prova di bomba. Dopo aver conseguito una serie di titoli universitari ad Harvard, alla Bucknell University e alla Thomas Jefferson University, Makary si è specializzato in chirurgia oncologica. È attualmente professore di chirurgia gastro-intestinale e direttore dell’unità di trapianto di insule pancreatiche alla Johns Hopkins School of Medicine e membro della prestigiosa National Academy of Medicine.
Autore di oltre 250 pubblicazioni mediche, ha al suo attivo anche tre (New York Times) best-seller sulla salute, nei quali espone al pubblico le sue idee. È inoltre spesso presente con degli editoriali sulle pagine di prestigiosi quotidiani, dal Washington Post, al Wall Street Journal ed è un ospite fisso di Fox News (dove peraltro, ai tempi di Covid era opinionista Janette Nesheiwat).
Da anni, Makary si batte per portare avanti policy che taglino i costi sanitari evitando procedure inutili ed errori medici. E adesso, in cima al suo programma c’è la lotta alle patologie croniche, da colpire, rimuovendo le loro cause profonde. Insomma Makary si presenta come un paladino della prevenzione, con un focus dichiarato sulla sicurezza degli alimenti, avvelenati da pesticidi, conservanti e coloranti. Insomma è un guru della offensive healthcare (cioè della prevenzione), in contrapposizione alla defensive healthcare, cioè delle terapie da instaurare una volta comparsa la malattia. Giocare in offesa, per non perire in difesa insomma.
Parlare alla gente
La summa del suo pensiero ‘laico’ sulla salute è esposta nel suo ultimo libro “Blind spots: when medicine gets it wrong, and what it means for our health”, dove passa in rassegna una serie di mantra medici basati su idee sbagliate, con le relative conseguenze: si va dall’allergia alle arachidi di proporzioni epidemiche negli Usa, all’abuso degli antibiotici e parti cesarei, al mito del colesterolo, alla crisi degli oppioidi, ai disastri causati dall’industria alimentare americana. “Molte di queste cose non vengono insegnate nelle facoltà di medicina; per questo mi sono preso la briga di sintetizzare tutte queste ricerche scrivendo libri che parlano direttamente alla gente. Molti di noi ormai si rivolgono direttamente al pubblico per educarlo ad un corretto stile di vita”.
In questa caccia agli ‘angoli ciechi’, al centro del mirino del nuovo capo della Fda c’è proprio l’industria alimentare. “La medicina moderna è così impegnata a fatturare, codificare e dedicare ai pazienti visite brevissime, che ha perso di vista le radici profonde, le vere cause di tantissime malattie oggi in aumento, come i tumori tra i giovani. Dobbiamo cominciare a parlare di come il nostro cibo sia stato avvelenato da ingredienti chimici ingegnerizzati e aggiunti al cibo, che sono banditi in Europa e in Canada; delle esposizioni ambientali che causano il cancro; a rivedere le diete delle mense scolastiche, perché non possiamo prescrivere Ozempic a tutti i ragazzi in sovrappeso. Stiamo assistendo ad un’esplosione di malattie croniche che non c’erano un paio di decadi fa e continuano a non verificarsi in tante parti del mondo e neppure negli Usa, in comunità isolate come quella degli Amish, che si nutrono di alimenti prodotti da loro stessi”.
Ci sono pazienti affetti da dolore cronico per i quali non si trovano rimedi. “Poi tornano da me, dopo delle vacanze estive in Italia e mi dicono di essere guariti. Perché hanno mangiato bene, si sono nutriti di alimenti che si guastano (come dovrebbe essere) dopo due-tre giorni, perché non sono pieni di sostanze chimiche aggiunte per allungare la loro shelf life”.
Occhio al piatto
Molte delle malattie croniche così prevalenti che vediamo oggi sono insomma il risultato di quello che mangiamo, secondo Makary. “Come è possibile che il 40% dei ragazzi americani sia obeso o in sovrappeso, contro appena il 5% dei giapponesi? Abbiamo avvelenamento i nostri alimenti e creato dei cibi addictive, pieni di additivi, conservanti e coloranti (per lo più banditi in Europa e in Canada). Per non parlare poi dei pesticidi che uccidono insetti e parassiti nei raccolti, ma che distruggono anche il nostro microbioma intestinale (Makary è un grande sostenitore di tutti gli studi sul microbioma intestinale, n.d.r.)”.
La ricetta che Makary consiglia ai suoi pazienti per vivere in salute è: imparate a leggere le etichette alimentari, bevete tanta acqua ed evitate assolutamente le bevande zuccherate; evitate i cibi processati pieni di ingredienti chimici e attenzione anche agli oli di semi.
Gli oli vegetali, come quelli di colza e di soia sembrano ‘naturali’ ma non lo sono; vengono denaturati ad alte temperature, poi un solvente chimico ne modifica la struttura; non sono ‘naturali’, ma sostanze chimiche che quando arrivano nel tratto digerente scatenano un’infiammazione cronica di basso grado, che fa ammalare la gente.
L’industria alimentare ha modificato geneticamente le colture per renderle roundup ready (cioè in grado di tollerare erbicidi a base di glifosato, n.d.r.); il problema è che gli esseri umani non sono ancora ‘roundup ready’ e quindi queste sostanze chimiche ci stanno avvelenando. Dobbiamo spiegare alle persone i pericoli degli ingredienti chimici contenuti nei cibi ultra-processati e dei pesticidi.
I pestici tra microbioma e ormoni
I pesticidi, oltre a distruggere il microbioma hanno anche proprietà simil-ormonali e i coloranti sono interferenti endocrini. Non sorprende dunque che l’età della pubertà si stia abbassando in media di una settimana e mezzo ogni anno, da una trentina d’anni a questa parte. La conta degli spermatozoi si è dimezzata negli ultimi 50 anni, mentre i tassi dei tumori gastro-intestinali sono in aumento. Attenzione dunque a non mangiare frutta contaminata da pesticidi, tipo le fragole vengono spruzzate in media di 8 diversi pesticidi. E il menu scolastico medio americano – ricorda Makary – ne contiene 38 diversi tipi (che ormai sono dosabili anche nelle urine dei ragazzi e nel sangue del cordone ombelicale).
Tra grassi e dolcificanti
Grassi animali. Non vanno demonizzati quelli contenuti nella carne proveniente da allevamenti controllati – secondo Makary – perché la carne rappresenta una buona fonte di proteine; invece la piramide alimentare governativa ha demonizzato i grassi animali, dirottando l’interesse dell’industria alimentare sui cibi ultra-processati e scatenando questa dipendenza da carboidrati raffinati, che è alla base dell’epidemia di obesità.
Una cosa che ha avuto un impatto devastante sulla salute sono i dolcificanti artificiali; per anni ci si è focalizzati sul loro rischio cancro. Ma dovrebbe preoccupare anche il fatto che ingannano il pancreas a pensare che gli stia arrivando un carico di zuccheri, che poi non arriva. Questo genera un craving per i carboidrati che spesso porta ad assumerli in modalità binge eating più avanti nel corso del giorno. Liberarsi dei dolcificanti artificiali, può aiutare a controllare l’appetito.
Tra i miti da smantellare, secondo Makary, c’è quello che la terapia ormonale sostitutiva (HRT) faccia venire il cancro alle donne in menopausa. È un dogma che resiste anche tra i medici, mentre invece la HRT non solo allevia i sintomi della menopausa migliorando la qualità di vita, ma fa bene ai vasi (riduce il rischio di infarto), alle ossa, rallenta il declino cognitivo e il rischio di Alzheimer.
Microbioma. È un ‘giardino di batteri’ che vivono in armonia sulla parete del nostro tratto intestinale. Miliardi di batteri diversi che noi alteriamo, buttiamo via, bombardiamo a tappeto con gli alimenti ultra-processati, gli antibiotici e persino con i parti cesarei. “Antibiotici e parti cesarei possono salvare la vita ma se ne sta facendo un uso massivo ed eccessivo. Anche il fluoro riduce le carie, uccidendo i batteri della bocca, ma altera anche il microbioma”.
Marijuana e alcol
Nel mirino di Makary ci sono naturalmente anche alcol e droghe. “Tutti percepiscono le droghe come un pericolo – ricorda Makary – ma un altro dei blind spot è l’alcol, che provoca oltre 170 mila decessi l’anno negli Usa. Per quanto riguarda la marijuana è invalso il dogma che sia del tutto sicura. E di certo lo è più della cocaina, ma la marijuana di oggi non è più quella di Woodstock; è 20-30 volte più potente ed ha un’azione diversa sul cervello di un adulto, rispetto a quello di un adolescente (più a rischio di future psicosi). Uno studio dimostra che il 25% di chi la usa regolarmente da teenager avrà qualche forma di psicosi in futuro.
Anti-obesità e massa magra
Farmaci basati sul GLP-1. Sono molto efficaci per far perdere massa grassa. Purtroppo – ricorda Makary – fanno perdere anche massa magra. I medici che li prescrivono dovrebbero dunque consigliare ai pazienti di seguire una dieta iperproteica e di fare tantissimo esercizio fisico. Non conosciamo le conseguenze di un trattamento con i GLP-1 RA a lungo termine. Ma il fattore predittivo numero uno di quanto a lungo una persona vivrà, è la quantità della sua massa magra. Forse dunque con questi farmaci stiamo creando un’epidemia di fragilità e accorciando la vita di questi pazienti, nonostante la netta diminuzione di complicanze a breve termine”. Ma la soluzione è forse già a portata di mano. “Nei prossimi 20 anni arriveranno sul mercato una trentina di farmaci contro l’obesità e alcuni di questi bloccano un recettore sul muscolo che impedisce di perdere massa magra”, conclude il nuovo numero uno della Fda.