Il settore bancario italiano aspetta da tempo una svolta, dopo il terremoto innescato dalle mire di Unicredit su Banco Bpm. La mossa forse decisiva, a sorpresa, arriva da Siena, con Mps che si muove su Mediobanca.
Parliamo di una Ops, offerta pubblica di scambio, a 15,99 euro per azione e un premio del 5,03% rispetto alla chiusura del 23 gennaio.
Mps Mediobanca, un ‘altro’ terzo campione nazionale
L’obiettivo, come quasi tutte le Offerte pubbliche di acquisto o scambio in Italia, è il delisting di Mediobanca, che sul mercato vale più di 3 mld in più rispetto a Monte dei Paschi: 12 vs 8,8 miliardi di euro.
Oltre alle sinergie, l’Ad di Mps ha sottolineato come con questa operazione (come era stato ipotizzato nel caso di un matrimonio Mps-Banco Bpm) nasca “il terzo campione nazionale”.
Così, di fatto, la banca senese passa da pedina del risiko incentrato sulla sfida Unicredit-Banco Bpm a protagonista della partita. Da preda a predatore.
Mps-Mediobanca, un’offerta ostile?
Secondo Reuters la banca d’investimento si aspettava la mossa arrivata dal Cda notturno di Mps. Il consiglio di amministrazione di piazzetta Cuccia si riunirà nei prossimi giorni, e verrà discussa l’Ops, che secondo ambienti finanziari dovrebbe essere considerata come offerta ostile: la prima di sempre per Piazzetta Cuccia.
Azionariati, le quote da ricordare
Intanto il Tesoro ha l’11,7% di Mps dopo la cessione del 15% del capitale delle scorso novembre, e il Governo ha sempre spinto per la nascita di un terzo polo con protagonista proprio Mps, anche se prima della mossa di Orcel era stato riportato che il partner sarebbe stato Banco Bpm.
Tra gli azionisti ci sono anche Francesco Gaetano Caltagirone (5%), la Delfin dei Del Vecchio (9,78%), Banco Bpm (5%) e Anima (4%).
A sua volta, Mediobanca possiede il 13% di Generali, e Delfin e Caltagirone sono anche in Mediobanca (rispettivamente on il 19,8 e il 7,8%) e la stessa Generali (Delfin ha il 9,93%, Caltagirone ha il 6,92%).
La mossa di Mps può scatenare un terremoto, mentre si gioca anche la partita tra Generali e Natixis. Un’operazione che a quanto è stato riportato l’immobiliarista romano e la famiglia Del Vecchio vorrebbero bloccare.
Mps Mediobanca, i numeri dell’Ops
Il corrispettivo totale per l’operazione è di 13,3 miliardi di euro, interamente in azioni. Secondo Mps “dalla business combination nasce un nuovo campione nazionale nel settore bancario italiano, che si posiziona al terzo posto nei segmenti chiave, con una forte complementarità di prodotti e servizi e caratterizzato da un business mix altamente diversificato e resiliente, con rilevanti sinergie industriali”.
Oltre all’unione di business diversi (quelli di una banca commerciale con quelli di una banca d’investimento) Mps sottolinea anche una “significativa creazione di valore per tutti gli azionisti con una maggiore redditività rispetto ai business standalone (rote pro-forma di circa il 14%) e una forte solidità patrimoniale (cet1 ratio pro-forma a circa il 16%), unitamente a un dividendo sostenibile e in aumento”.
Cosa succederà a Mediobanca?
Secondo il comunicato di Mps, il brand rimarrà, così come quello di Mps. Ma i clienti potranno accedere a una piattaforma “più ampia e integrata”. Intanto Mps diventerà primo azionista della banca di piazzetta Cuccia.
“Con questa operazione di natura industriale vogliamo segnare un nuovo approccio nel percorso di consolidamento del settore bancario che in maniera innovativa crea valore da subito sia per gli azionisti di MPS che di Mediobanca, e ritengo anche per l’intero sistema Paese”, ha commentato Luigi Lovaglio. L’amministratore delegato ha riportato Banca Monte dei Paschi di Siena all’utile dopo il processo di risanamento.
“Puntiamo a un nuovo campione nazionale, con due brand di eccellenza, che vogliamo proteggere e ancor più valorizzare. Un nuovo e moderno gruppo bancario altamente competitivo, leader in business specialistici chiave e con una forte solidità patrimoniale”, ha dichiarato Luigi Lovaglio, Amministratore Delegato di Banca Monte dei Paschi di Siena. “Insieme e a beneficio di tutti gli azionisti, abbiamo l’opportunità di creare un player con un modello di banca globale best-in-class e resiliente, facendo leva su competenze distintive e complementari, capillari reti distributive e agili piattaforme digitali. Una combinazione di business unica di talenti, know-how, brand e valori. La giusta sintesi per un’eccellenza italiana su cui costruire un futuro di crescita e innovazione a beneficio di clienti, dipendenti, azionisti e tutti gli altri stakeholder”.