Il titolo di Novo Nordisk è crollato in Borsa a Copenaghen dopo l’annuncio dei risultati dei test su un nuovo farmaco per la perdita di peso, che sono stati considerati dagli investitori deludenti e inferiori alle attese. A metà seduta, il colosso danese ha accusato una flessione del 19,4% a 598,90 corone, dopo aver perso fino al 27% nelle prime ore della mattinata. È la sua peggiore giornata di negoziazione dall’aprile del 2022.
Il farmaco sperimentale in questione è CagriSema*, che associa il semaglutide, principio attivo del Wegovy* e dell’Ozempic* – i noti farmaci contro obesità e diabete della società danese – con il cagrilintide, un ormone che fornisce a lungo la sensazione di sazietà.
CagriSema* ha aiutato i pazienti a perdere una media del 22,7% del peso corporeo dopo 68 settimane, un valore inferiore rispetto al target del 25% fissato da Novo Nordisk. Lo studio Redefine 1 di fase 3 ha coinvolto 3.417 persone obese o in sovrappeso, con un peso medio di 106,9 kg e una o più comorbidità all’inizio dello studio.
Novo Nordisk ha però precisato che “il 40% dei pazienti trattati con Cagrisema* ha manifestato una perdita di peso pari o superiore al 25%, rispetto al 6% con cagrilintide, al 16% con semaglutide e allo 0,9% con placebo. Secondo l’azienda, lo studio ha raggiunto “il suo obiettivo primario, dimostrando una perdita di peso statisticamente significativa e maggiore con Cagrisema* aspetto al placebo dopo 68 settimane”.
Il tonfo di Novo Nordisk si è propagato sui listini europei. A Francoforte, ad esempio, Gerresheimer nel primo pomeriggio ha perso oltre 9 punti percentuali. L’azienda tedesca, produttrice di imballaggi primari per dispositivi per la somministrazione di farmaci, è uno dei fornitori di Novo Nordisk.
Da sempre vocata alla terapia del diabete, Novo Nordisk è stata la prima a lanciare la classe di farmaci GLP contro l’obesità: un’operazione che ha fatto quadruplicare il valore delle sue azioni negli ultimi anni. Oggi compete con la statunitense Eli Lilly per il dominio di un mercato che è cresciuto in maniera vertiginosa negli ultimi anni, fino a raggiungere i 24 mld di dollari nel 2023, secondo la società di analisi dati Iqvia.