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Bnp Paribas, Crédit Agricole e le altre: perché Moody’s declassa 7 banche francesi

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Velasco25 Articolo

Moody’s ha declassato i rating di sette importanti banche francesi preoccupata dal crescente debito nazionale e di un contesto politico altamente instabile, pochi giorni dopo aver ridotto il rating del paese nel suo complesso.

L’agenzia di rating ha abbassato i giudizi su diverse banche francesi, incluse le due più grandi, BNP Paribas e Crédit Agricole, martedì, migliorando però le prospettive da negative a stabili. Moody’s ha dichiarato che “crescono le incertezze sulla capacità del prossimo governo di ridurre il deficit oltre il prossimo anno”, giustificando così la riduzione del rating per le banche con un’importante esposizione verso la finanza francese.

Domenica scorsa, Moody’s aveva già abbassato il rating del debito sovrano della Francia da Aa2 a Aa3, segnalando un crescente pessimismo sulla capacità del paese di affrontare il debito pubblico, che ha raggiunto i 3.200 mld di euro, e il deficit in aumento, in un contesto politico paralizzato.

La decisione è arrivata pochi giorni dopo che il presidente francese Emmanuel Macron ha nominato François Bayrou come nuovo primo ministro, in seguito al crollo del governo il 4 dicembre.

Il governo dell’ex primo ministro Michel Barnier è caduto dopo che il suo piano di bilancio per ridurre il deficit nazionale al 5% entro il 2025 ha incontrato una forte opposizione da parte del Rassemblement National di Marine Le Pen e dell’alleanza di sinistra. Ci sono poche aspettative che una nuova coalizione possa superare questo stallo.

“La decisione di declassare il rating della Francia ad Aa3 riflette la nostra opinione secondo cui le finanze pubbliche del paese si indeboliranno sostanzialmente nei prossimi anni,” ha dichiarato Moody’s, aggiungendo che la frammentazione politica rende improbabile una consolidazione fiscale significativa.

Moody’s ha avvertito di un “ciclo vizioso” per la Francia, fatto di “deficit più elevati, un maggiore carico di debito e costi di finanziamento più alti, in un contesto di significative esigenze di finanziamento annuali.”

Il debito nazionale francese ha raggiunto un record di 3.200 mld di euro nel secondo trimestre del 2024, con un deficit di bilancio previsto al 6,1%, lasciando il paese in una posizione finanziaria precaria.

“A fine novembre, i costi di finanziamento della Francia avevano raggiunto un livello senza precedenti, vicino ai picchi della crisi del debito sovrano e superiori a quelli della Grecia per la prima volta”, ha scritto Camilla Locatelli in un post sul blog per la LSE. “Questo riflette una perdita di credibilità delle finanze pubbliche francesi agli occhi dei creditori internazionali e renderà ancora più difficile affrontare l’attuale crisi.”

Gli investitori stranieri detengono circa la metà del debito pubblico francese, una percentuale molto più alta rispetto a Spagna, Stati Uniti e Italia. Questo dato è significativo, poiché gli investitori stranieri tendono a essere più volatili rispetto a quelli nazionali e possono perdere fiducia più facilmente in caso di instabilità politica.

Le banche francesi, invece, detengono una quota relativamente piccola del debito pubblico, il che riduce il rischio di contagio in caso di fuga degli investitori stranieri. La Francia potrebbe anche incoraggiare queste banche a incrementare gli acquisti di debito nazionale.

Questa storia è stata originariamente pubblicata su Fortune.com.

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